Che cos'è la depressione?
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E' normale sentirsi a volte tristi. La tristezza è una delle emozioni fondamentali che l'evoluzione ha mantenuto. Di solito la tristezza è collegata ad una perdita per esempio di una persona, di capacità personali, di una relazione, di un lavoro, della propria salute o di uno status sociale. Ma quando parliamo di depressione? Quando la tristezza va ad interferire sulla capacità di funzionare della persona e ne risentono le relazioni, il lavoro, il tempo libero e la salute e ciò perdura nel tempo. La depressione sembra colpire 15 persone su 100. La fascia in cui si verifica più frequentemente è quella tra i 25 e i 44 anni. |
Perchè la tristezza si è mantenuta nel corso dell'evoluzione?
Una delle spiegazioni evolutive della tristezza è quella che la vede utile per aumentare le capacità di sopravvivenza di un organismo a situazioni nefaste che potrebbero portare a pericolo, perdita, danni fisici, o fatica sprecata. Infatti in tali situazioni, il pessimismo e la mancanza di motivazione può dare il vantaggio di inibire determinate azioni, in particolare le sfide inutili o pericolose. Inoltre la tristezza isola dall’esterno e porta una maggiore attenzione verso il proprio mondo interno, ciò sarebbe utile per elaborare sentimenti ed idee, al fine di comprendere eventuali errori e pensare a nuove vie per cambiare e ricominciare.
Criteri diagnostici per la depressione
Secondo il DSM-5 si può parlare di un disturbo di depressione se sono presenti 5 o più sintomi tra quelli elencati di seguito, per un periodo di almeno due settimane, tra cui “umore depresso” o “perdita di interesse o piacere”.
I sintomi elencati nel DSM-5 comprendono:
• Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno
• Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte le attività, per la maggior parte del giorno
• Perdita di peso significativa in assenza di diete o aumento di peso (ad esempio può essere significativa una variazione del peso corporeo superiore al 5% nell’arco di un mese), o riduzione/aumento dell’appetito quasi ogni giorno
• Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
• Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
• Fatica o mancanza di energia quasi ogni giorno
• Perdita di energia
• Sentimenti di autosvalutazione o di colpa ecessivi o inappropriati quasi ogni giorno
• Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione quasi ogni giorno
• Pensiero ricorrente di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, oppure tentato suicido o piano specifico per suicidarsi.
• Criterio B: i sintomi devono causare disagio o compromissione clinicamente significative in ambito sociale, occupationale o in altro ambito funzionale importante
• Criterio C: l’episodio depressivo maggiore non deve essere attribuibile all’uso di particolari sostanze o ad altra condizione patologica
I sintomi elencati nel DSM-5 comprendono:
• Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno
• Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte le attività, per la maggior parte del giorno
• Perdita di peso significativa in assenza di diete o aumento di peso (ad esempio può essere significativa una variazione del peso corporeo superiore al 5% nell’arco di un mese), o riduzione/aumento dell’appetito quasi ogni giorno
• Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
• Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
• Fatica o mancanza di energia quasi ogni giorno
• Perdita di energia
• Sentimenti di autosvalutazione o di colpa ecessivi o inappropriati quasi ogni giorno
• Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione quasi ogni giorno
• Pensiero ricorrente di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, oppure tentato suicido o piano specifico per suicidarsi.
• Criterio B: i sintomi devono causare disagio o compromissione clinicamente significative in ambito sociale, occupationale o in altro ambito funzionale importante
• Criterio C: l’episodio depressivo maggiore non deve essere attribuibile all’uso di particolari sostanze o ad altra condizione patologica
Gli effetti della depressione sul corpo
La depressione ha molte facce e è difficile descriverla come un unico tratto.
Il corpo nella depressione appare come congelato e la respirazione diventa superficiale e bloccata e, questi meccanismi, ben presto sfuggono al controllo cosciente e divengono automatici.
A volte la depressione può parlare attraverso sintomi fisici come: insonnia, ipersonnia, mal di testa, vertigini, disturbi digestivi, crampi addominali, alterazioni della funzionalità intestinale, dolori osteomuscolari generalizzati, mal di schiena, cervicalgia, contratture muscolari e stanchezza psicofisica persistente.
La correlazione della depressione con stress e ansia
Un aspetto spesso sconosciuto è che la depressione e lo stress sono strettamente correlati. Gli ormoni dello stress accelerano la frequenza cardiaca e contraggono i vasi sanguini mantenendo il corpo in uno stato prolungato di allarme. Ciò può comportare un fattore di rischio per problemi cardiovascolari oltre che avere un impatto negativo sul sistema immunitario, rendendo più vulnerabili alle infezioni e alle malattie.
Inoltre la depressione è collegata all'ansia, alcuni studi hanno osservato che una persona depressa ha una probabilità maggiore di soffrire anche di attacchi di panico.
Nonostante ciò, chi soffre di depressione, spesso non si rivolge ai servizi competenti.
Il corpo nella depressione appare come congelato e la respirazione diventa superficiale e bloccata e, questi meccanismi, ben presto sfuggono al controllo cosciente e divengono automatici.
A volte la depressione può parlare attraverso sintomi fisici come: insonnia, ipersonnia, mal di testa, vertigini, disturbi digestivi, crampi addominali, alterazioni della funzionalità intestinale, dolori osteomuscolari generalizzati, mal di schiena, cervicalgia, contratture muscolari e stanchezza psicofisica persistente.
La correlazione della depressione con stress e ansia
Un aspetto spesso sconosciuto è che la depressione e lo stress sono strettamente correlati. Gli ormoni dello stress accelerano la frequenza cardiaca e contraggono i vasi sanguini mantenendo il corpo in uno stato prolungato di allarme. Ciò può comportare un fattore di rischio per problemi cardiovascolari oltre che avere un impatto negativo sul sistema immunitario, rendendo più vulnerabili alle infezioni e alle malattie.
Inoltre la depressione è collegata all'ansia, alcuni studi hanno osservato che una persona depressa ha una probabilità maggiore di soffrire anche di attacchi di panico.
Nonostante ciò, chi soffre di depressione, spesso non si rivolge ai servizi competenti.
Decorso e conseguenze della Depressione
La depressione è un disturbo ricorrente e cronico, spesso infatti può ripresentarsi nel corso della vita. Solitamente il primo evento scatenante esterno è possibile rintracciarlo nella storia della persona, ma nelle ricadute successive sono difficilmente identificabili gli eventi esterni che portano ad un abbassamento dell'umore.
Circolo vizioso
La mancanza di energia e la sensazione di stanchezza portano la persona a ridurre le attività e a fare sempre di meno.
Riducendo le attività, la motivazione si riduce ancora di più e ci si sente sempre più stanchi innescando dei circoli viziosi che portano ad un aumento della tristezza.
La depressione è inoltre mantenuta dai pensieri negativi riguardanti il passato per esempio pensare alle cose che si potevano fare ma non si è fatte e le responsabilità a cui non si è fatto fronte. Tutto ciò non fa altro che aumentare i sensi di colpa e rinforzare l'idea di fallimento, riducendo ancora di più la motivazione a rialzarsi.
Anche i pensieri negativi come per esempio: "non vali nulla", "sei un fallito", "come può volerti bene?", "rimarrai solo", mantengono i disturbo depressivo. La persona si accusa, si critica, si da colpe e ha un'attenzione protesa a soffermarsi sugli eventi negativi. Questi pensieri producono un aumento della stanchezza e della mancanza di motivazione che non fanno altro che peggiorare l'umore.
Vediamo un esempio di circolo vizioso.
Se sono convinto che non ho amici sarà meno probabile che telefoni a qualcuno o accetti un invito ad uscire e di conseguenza mi sentirò sempre più isolato e convinto che non ho amici.
In generale, i temi spesso presenti nella depressione sono di perdita, fallimento, indegnità e rifiuto.
Quando le persone migliorano ritorno ad avere una visione del mondo normale e di riducono i pensieri negativi su di se, gli altri e il mondo.
Le ricadute avvengono perchè le persone che sono state depresse tendono reagire alle piccole oscillazioni di umore ricorrendo di nuovo al pensiero negativo, ciò avviene in modo automatico. I vecchi abiti mentali a volte portano a continuare a rimuginare scavando ancora di più la buca da cui si sta cercando di uscire.
Vediamo un esempio. Dopo una dura giornata di lavoro torniamo a casa immaginando di trascorrere una rilassante serata davanti alla tv con il nostro compagno. Iniziamo a cucinare e ci arriva il messaggio dal nostro lui che non tornerà a casa a cena. Immediatamente si presentano alla mente altre occasioni in cui ciò è successo, la rabbia sopraggiunge trasformandosi presto in tristezza. I pensieri si susseguono anche se si cerca di allontanarli, si inizia a pensare ad una possibile infedeltà, a come fare con la casa se ciò succedesse, che succederebbe agli amici in comune, come poter stare senza di lui e perchè si comporta così e perchè noi ci stiamo comportando così ricadendo nella tristezza e piangendo e provando a trovare una soluzione.
Alcuni studi hanno osservato come la terapia cognitiva sia utile nel ridurre le ricadute. Steve Hollon ritiene che ciò sia dovuto all'insegnare alle persona a distanziarsi, vedendo i pensieri in una prospettiva più ampia e non come realtà.
Riducendo le attività, la motivazione si riduce ancora di più e ci si sente sempre più stanchi innescando dei circoli viziosi che portano ad un aumento della tristezza.
La depressione è inoltre mantenuta dai pensieri negativi riguardanti il passato per esempio pensare alle cose che si potevano fare ma non si è fatte e le responsabilità a cui non si è fatto fronte. Tutto ciò non fa altro che aumentare i sensi di colpa e rinforzare l'idea di fallimento, riducendo ancora di più la motivazione a rialzarsi.
Anche i pensieri negativi come per esempio: "non vali nulla", "sei un fallito", "come può volerti bene?", "rimarrai solo", mantengono i disturbo depressivo. La persona si accusa, si critica, si da colpe e ha un'attenzione protesa a soffermarsi sugli eventi negativi. Questi pensieri producono un aumento della stanchezza e della mancanza di motivazione che non fanno altro che peggiorare l'umore.
Vediamo un esempio di circolo vizioso.
Se sono convinto che non ho amici sarà meno probabile che telefoni a qualcuno o accetti un invito ad uscire e di conseguenza mi sentirò sempre più isolato e convinto che non ho amici.
In generale, i temi spesso presenti nella depressione sono di perdita, fallimento, indegnità e rifiuto.
Quando le persone migliorano ritorno ad avere una visione del mondo normale e di riducono i pensieri negativi su di se, gli altri e il mondo.
Le ricadute avvengono perchè le persone che sono state depresse tendono reagire alle piccole oscillazioni di umore ricorrendo di nuovo al pensiero negativo, ciò avviene in modo automatico. I vecchi abiti mentali a volte portano a continuare a rimuginare scavando ancora di più la buca da cui si sta cercando di uscire.
Vediamo un esempio. Dopo una dura giornata di lavoro torniamo a casa immaginando di trascorrere una rilassante serata davanti alla tv con il nostro compagno. Iniziamo a cucinare e ci arriva il messaggio dal nostro lui che non tornerà a casa a cena. Immediatamente si presentano alla mente altre occasioni in cui ciò è successo, la rabbia sopraggiunge trasformandosi presto in tristezza. I pensieri si susseguono anche se si cerca di allontanarli, si inizia a pensare ad una possibile infedeltà, a come fare con la casa se ciò succedesse, che succederebbe agli amici in comune, come poter stare senza di lui e perchè si comporta così e perchè noi ci stiamo comportando così ricadendo nella tristezza e piangendo e provando a trovare una soluzione.
Alcuni studi hanno osservato come la terapia cognitiva sia utile nel ridurre le ricadute. Steve Hollon ritiene che ciò sia dovuto all'insegnare alle persona a distanziarsi, vedendo i pensieri in una prospettiva più ampia e non come realtà.
Consigli
- Aumentare le attività piacevoli da fare durante la giornata, riscoprire gli interessi del passato
Come posso esserti utile?
Aiutandoti a comprendere il funzionamento del disturbo depressivo e ad uscire dai circoli viziosi che lo mantengono, cercando di riattivare la persona sul piano delle attività, cercando di modificare i modi disfunzionali di pensare e a recuperare le proprie relazioni sociali. La terapia cognitivo comportamentale ha un doppio obiettivo: ridurre i tempi della guarigione e diminuire la possibilità di eventuali ricadute in futuro.
Alcuni recenti studi hanno dimostrato che la combinazione della terapia cognitivo comportamentale con un adeguato trattamento farmacologico, somministrato sotto stretto controllo di un medico esperto, è tra le modalità più efficaci per curare la depressione.
Alcuni recenti studi hanno dimostrato che la combinazione della terapia cognitivo comportamentale con un adeguato trattamento farmacologico, somministrato sotto stretto controllo di un medico esperto, è tra le modalità più efficaci per curare la depressione.
Cortometraggio
Avevo un cane nero. Il suo nome era Depressione.
Questo Cortometraggio, realizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha l'obiettivo di aiutare a comprendere ciò che significa soffrire di depressione e che nessuna persona sceglie di essere depressa.
DOVE MI TROVO:
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Dottoressa Annalisa Scarpini Psicologo Ancona Cellulare.: 338 5416763 Riceve presso: Via Giannelli, 36 - 60123 | Ancona Iscritta All’Ordine degli Psicologi delle Marche Numero: 2346 |
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