Convegno ad Ancona “Percorsi Multisensoriali nelle demenze. Assistenza, comunicazione e trattamenti non farmacologici innovativi”.
Dalla collaborazione tra l’associazione Alzheimer Marche, la fondazione il Samaritano, l’Associazione Amici del Samaritano nasce questo evento informativo sul tema dell’Alzheimer , finanziato dal CSV Marche di Ancona. Il 23 Novembre 2019 dalle 8:30 alle 17:00 e il 24 Novembre 2019 dalle 9:00 alle 14:00 si terrà ad Ancona il convegno: “Percorsi Multisensoriali nelle demenze. Assistenza, comunicazione e trattamenti non farmacologici innovativi”.” . L’incontro è gratuito e ha come obiettivo divulgare informazioni corrette su i nuovi approcci non farmacologici rivolti a chi si trova a dare assistenza a persone affette da Alzheimer in una fase moderato-grave. Parleremo di come comunicare attraverso l’ Approccio capacitante, della terapia multisensoriale Snoezelen room” e della terapia “Nurturing touch”che si sofferma sul tocco delle mani visto come uno strumento calmante e di relazione. Continueremo approfondendo il tema della bambola terapia e dell’ arteterepia che stimola la sensorialità. Cercheremo di comprendere come cambia la lettura delle informazioni dell’ambiente da parte di chi è affetto da questa malattia e come modificare l’ambiente stesso per renderlo più facilmente interpretabile e usufruibile dalla persona con demenza. Ci sarà spazio per discutere il presente e il futuro delle terapie non farmacologiche e soffermarsi sui bisogni dei familiari. La partecipazione è gratuita e aperta a tutta la cittadinanza. Al termine verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Questa iniziativa si svolgerà presso i locali della Fondazione il Samaritano ad Ancona, in Via Madre Teresa di Calcutta 1 (zona Posatora). Per ulteriori informazioni: 3385416763 - Email: [email protected]
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ANCONA – Dal 4 Marzo al 25 Novembre 2019 si terranno, il Lunedì a cadenza quindicinale, gli incontri del “ Cafè Alzheimer Ancona”. Gli incontri sono rivolti ai familiari e alla persona con demenza e consisteranno in gruppi di ascolto, informazione e sostegno per i familiari, guidati da uno psicologo dove verranno affrontate varie problematiche come per esempio le difficoltà nella vita quotidiana, nella comunicazione, nella gestione dei disturbi cognitivi e comportamentali. Nel corso degli incontri, verranno invitati esperti per poter rispondere a tutte le domande e i dubbi relativi all’assistenza, ai farmaci, ai servizi del territorio, all’amministratore di sostegno, all’assegno di accompagno e tanto altro. Contemporaneamente, per i malati sono previste attività di animazione attraverso laboratori cognitivi e occupazionali. Il primo Alzheimer Café nasce nel 1997 a Leida, in Olanda, grazie allo Psicogeriatra Bere Miesen con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita del malato e dei suoi familiari. Secondo il creatore di questa iniziativa, i partecipanti, dopo ogni incontro, si sentono più forti e portano a casa utili consigli che possono mettere subito in pratica. Il familiare sente di non essere solo e si ritrova a condividere le sue emozioni con persone che vivono la sua stessa situazione e che riescono a comprenderlo. Questo progetto è promosso dall’Associazione Alzheimer Marche Onlus, ed è ormai alla settima edizione nel territorio dell’anconetano, tra i partner dell’iniziativa Il Comune di Ancona, l’Ospedale Inrca di Ancona, la Fondazione il Samaritano e il CSV Marche. In totale sono previsti per quest’anno, 16 incontri, che si terranno dalle ore 17:30 alle ore 19:30 presso i locali della Fondazione il Samaritano, in Via Madre Teresa di Calcutta 1/B, nell'edificio Casa della Vita “Benedetto XVI”. La partecipazione è gratuita e è possibile inserirsi in ogni momento dell’anno. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni contattare i numeri 3289034493 – 3385416763. Email: [email protected] Il calendario completo è consultabile sulla pagina Facebook “Associazione Alzheimer Marche onlus” Perchè è importante partecipare ai gruppi di sostegno psicologico per i familiari di demenza.27/2/2018 Abbiamo spesso parlato dello stress relativo all'assistenza del proprio caro affetto da demenza e di come questa malattia, silenziosamente, invade la propria vita fino a modificarla drasticamente. Si modificano i ruoli e si provano così tante emozioni negative che alla fine si rischia di ammalarsi. Nella mia esperienza nella gestione di gruppi di sostegno per familiari, posso dire che sono queste le sensazioni e le emozioni che vengono riferite più spesso: Rabbia verso lo stesso malato : perché non è più la moglie/ marito/ madre/ padre che pensa a tutto e che è sempre presente nel momento del bisogno. Rabbia verso il marito/moglie : perché si è ammalato e ha infranto la promessa di invecchiare insieme nel modo che si era immaginato di fare. Rabbia verso tutti i progetti che ora svaniscono. Rabbia ogni volta che il malato fa qualcosa di sbagliato e combina un " danno". Rabbia verso se stessi, perché ci si arrabbia della propria rabbia. Rabbia verso la malattia : " perché proprio a noi?" Tristezza - perché ogni giorno, se si pensa al futuro, non si ha certezza di niente. E si immagina cosa succederà : " Che fine farà mio padre/madre/moglie/marito se io mi ammalo?". Tristezza nel vedere il proprio caro che non è più quello di prima. Tristezza per la vecchiaia. Senso di colpa e Vergogna ogni volta che ci si arrabbia, si urla e si agiscono le proprie emozioni . Senso di colpa ogni volta che si fa qualcosa per sé , senza di lui/lei. Senso di isolamento, solitudine e mancanza di comprensione. Ansia ogni volta che ci si allontana da casa o si lascia il proprio caro con qualcun'altro. Ansia e allerta per ogni segnale del malato o un suo bisogno. Ansia : perché lo stress è talmente tanto che a volte ci si accorge di dimenticarci anche noi delle cose. Sensazione che nessun 'altro possa prendersi cura come lo facciamo noi. Stanchezza, per il grosso impegno dell'assistenza. Forza: per tutte le risorse che sono emerse per far fronte all'assistenza. Gioia: quando il nostro caro sorride e sembra felice. Partecipare ad un gruppo di familiari è proprio questo. Poter riferire a persone che vivono la stessa situazione, cose che non si possono dire a nessun'altro. Scoprire di non essere gli unici. Normalizzare le proprie reazioni e emozioni. Sentirsi compresi. Sentirsi meno confusi e con più strumenti per affrontare la malattia: per esempio , ogni volta che appare un sintomo nuovo, si può pensare a quella volta che anche X si era trovato nella stessa situazione e l'aveva risolta così. Sentire di non essere soli: per esempio, ogni volta che si è tristi, arrabbiati, stanchi... si può pensare al gruppo e a quante persone stanno lottando con le stesse emozioni . Prendersi uno spazio per sè e per il proprio benessere. Ridere insieme dei momenti ironici raccontati e creare delle amicizie. Dal 26 Ottobre 2017 partiranno una serie di nuovi appuntamenti con il “Cafè Alzheimer” ad Ancona, promosso dall’Associazione di volontariato Alzheimer Marche Onlus, grazie anche al contributo del Rotary Club di Ancona presieduto dall’Ingegner Giovanni Venturi. Gli incontri sono rivolti ai familiari delle persone con demenza e sono gratuiti. In che cosa consistono gli incontri? Gli incontri consistono in gruppi di ascolto, informazione e sostegno guidati da uno psicologo, dove verranno affrontate varie problematiche come per esempio le difficoltà nella vita quotidiana, nella comunicazione, nella gestione dei disturbi cognitivi e comportamentali. Il tutto avverrà tramite la condivisione di esperienze e di emozioni cercando soluzioni attraverso il gruppo. L'aiuto è reciproco. Sentendo i racconti degli altri, le emozioni si normalizzano e le persone si sentono maggiormente comprese e meno sole. Nel corso delle sessioni, l'obiettivo a lungo termine è quello di imparare a vivere il presente e accettare ciò che non può modificarsi, apprezzarsi di più e annullarsi di meno. Proveremo insieme a ritrovare uno spazio di benessere, in un angolino della nostra vita, dove possiamo coltivare noi stessi. CALENDARIO INCONTRI CAFE ALZHEIMER 2018 Orario 17:30 Appuntamenti:
Per info: ci si può rivolgere ai numeri 328-9034493— 338-5416763. Gli incontri si svolgeranno presso locali della Fondazione il Samaritano ad Ancona, nell’edificio Casa della Vita "Benedetto XVI" in Via Madre Teresa di Calcutta 1 (zona Posatora), ascensore -1. Il filmato mostra tre pazienti con demenza che intraprendono un viaggio virtuale in ambienti suggestivi e tranquilli come spiagge e foreste.
Dai risultati delle prime sperimentazioni sembra che l'esperienza aiuti a calmare immediatamente i pazienti e migliori significativamente il loro stato d'animo e che l'impressione provata dalle persone sia di essere veramente in quel luogo. La donna nel video che vede la spiaggia, attiva i ricordi del tempo trascorso in Scozia e dice: "Sono così felice di vederla. È bellissimo. È uno dei momenti più felici di tutta la mia vita". La tecnologia mostrata nel video fa parte di un sistema chiamato VirtuCare ed stato progettato da Tribemix e Quantum Care. Anche se è stato inizialmente creato per aiutare le persone con la demenza, il progetto si sta ampliando per essere utilizzato da una gamma di tipi di pazienti. Il sistema utilizza il 3D in tempo reale per creare esperienze che immergono l'utente, facendogli mantenere il controllo su ciò che accade in ogni scena. Sul suo sito web, la Tribemix dichiara: "Questo è importante perché, con la demenza in particolare, il livello di stimolazione deve essere controllato in modo molto accurato. L'esperienza può essere troppo stimolante o non stimolante. Così con il 3D siamo riusciti a perfezionare questo equilibrio per offrire i nostri incredibili risultati". Questo progetto potrebbe essere una vera innovazione se introdotto nelle RSA e nelle Case di Cura per migliorare la qualità di vita delle persone e permettere loro di uscire, anche solo con la fantasia , dalla routine della struttura. Un'altra innovazione potrebbe essere quella di riuscire a tranquillizzare le persone che si sentono troppo chiusi in quattro mura e tendono alla fuga. I lati negativi che si potrebbero verificare sono un peggioramento della confusione spaziale e temporale e il voler agire la scena che si vede, per esempio osservare il mare e iniziare a camminare per potersi avvicinare. Sicuramente, come ogni tecnologia, può avere i suoi pro e i suoi contro e deve sicuramente essere utilizzata con cautela e unicamente in alcune fasi della malattia. Ma aspettiamo ulteriori risultati delle ricerche.. Il metodo Montessori pone l'accento sul promuovere l'indipendenza dell'individuo e il rispetto dello sviluppo naturale psicologico, fisico e sociale di una persona. Questo metodo nasce nel 1897 per essere applicato a bambini con esigenze particolari, oggi è utilizzato anche per la demenza. Ma cosa sono le attività montessoriane? Le attività di Montessori sono semplici, modificabili e molto pratiche. Nelle demenze consistono nello stabilire un semplice compito con oggetti quotidiani e proporlo a coloro che hanno una demenza. Se l'attività è troppo facile, si può aumentare la difficoltà. Completare un'attività può portare a un senso di realizzazione e alla riconnessione con la propria storia personale. Alcune attività montessoriane per la demenza 1. Abilità cognitive Possono essere svolti vari esercizi a seconda delle abilità dell'individuo. Questo tipo di attività non è adatta a coloro che hanno una diagnosi di demenza più grave e di lunga durata, poiché la memoria a breve termine inizia a svanire e gli esercizi possono mettere in difficoltà la persona e agitarla. Invece per le persone nelle prime fasi è possibile proporre semplici puzzle, giochi di corrispondenza parole e oggetto , formazioni di frasi e altri compiti che stimolano la mente. La cosa importante è assicurarsi che la persona amata sia interessata e impegnata. 2. Abilità di vita Con la demenza, la memoria a breve termine di un individuo può ridursi, ma spesso le memorie a lungo termine rimangono intatte. Le attività che stiamo per proporre richiedono di integrare la storia personale della persona con le capacità e gli hobby passati. Per esempio, se la persona cara lavorava in una fattoria o aveva l'hobby del giardinaggio si potrebbe pianificare un'attività come ordinare o piantare semi. Se come lavoro faceva l'artigiano, si potrebbero proporre semplici attività che utilizzano alcuni degli strumenti del lavoro passato, non pericolosi. come il pennello o se riesce un cacciavite. Per coloro che sono state casalinghe, le attività prevedono la preparazione di un dolce , piegare i panni lavati , pulire un tavolino ecc. 3. Movimento Le attività che coinvolgono il movimento possono essere tranquillizzanti e aiutare il malato a rimanere attivo. Queste attività si possono fare da seduti o in piedi. Si può chiedere di raccogliere un oggetto da terra. Di mimare dei movimenti comuni o dei gesti con le dita Ciò è utile per mantenere attiva e esercitata la persona amata. 4. Attività sensoriali Le attività sensoriali sono importanti e possono aiutare a mantenere la mente vigile. Per esempio, per stimolare l'olfatto si possono utilizzare candele profumate con aromi come agrumi, lavanda, ciliegia o vaniglia e si può chiedere alla persona di identificare il profumo. Per il gusto, ad occhi chiusi, si possono far riconoscere tre tipi di frutta. Per il tatto, le attività suggerite sono identificare oggetti comuni ad occhi chiusi. 5. Musica La musica è molto efficace per coinvolgere coloro che hanno una demenza. Spesso, la parte del cervello che identifica la musica è una delle ultime influenzate dal deterioramento. Le attività consigliate sono: ascoltare musica, identificare le canzoni, ballare e cantare insieme . 6. Arte Alcune attività consigliate sono colorare un disegno, copiare una forma semplice , dipingere una scatola. 7. Socializzare Socializzare con gli altri e essere ancora partecipi di conversazioni è molto importante e permette alla persona di sentirsi ancora attiva. Il metodo Montessori può avere enormi vantaggi per le persone affette da demenza. Le attività sono generalmente facili da proporre, possono essere modificate a seconda delle competenze della persona e personalizzate in base alla storia di vita e agli hobby. Percorso di sostegno gratuito per i familiari dei malati di Alzheimer promosso dall’Associazione Alzheimer Marche ONLUS Questo nuovo progetto è rivolto ai familiari che si prendono cura dei propri cari con Malattia di Alzheimer. Gli incontri avranno come obiettivo quello di ridurre il disagio emotivo dei caregivers, promuovere le risorse personali per far fronte ai cambiamenti negativi implicati nell’assistenza, ridurre il senso di impotenza e accettare l'impossibilità di controllare tutte le situazioni critiche. Ciò verrà fatto utilizzando strumenti che fanno riferimento alla psicoterapia ACT Acceptance and Commitment Therapy (Hayes et al. 1999) portando i partecipanti, attraverso un percorso di 10 incontri, a ri-pianificare il loro quotidiano nella direzione dei propri valori personali. Lo stress emotivo nell’assistenza è qualcosa di inevitabile e quando si è coinvolti in una lotta contro il dolore la vita spesso si mette in attesa, credendo che prima di iniziare nuovamente a vivere sia necessario eliminare totalmente la sofferenza. Nel corso di questi incontri si cercherà quindi di prendere distanza dai pensieri e emozioni negative accettando tutto ciò che non può essere cambiato e aumentando invece l’impegno nella direzione dei propri valori, attraverso il confronto, la riflessione ed esercizi esperienziali. Lo scopo è quello di aiutare i partecipanti ad uscire dalla propria mente ed entrare nella propria vita abbracciando tutto quello che di positivo ha da offrire, intraprendendo azioni impegnate e gratificanti in direzione di se stessi, anche nel proprio piccolo, per quanto l’assistenza lo possa permettere. Promossa dall’ Associazione Alzheimer Marche Onlus, questa iniziativa gratuita si svolgerà il Giovedì pomeriggio dalle ore 18:30 alle 19:30 presso i locali della Fondazione il Samaritano ad Ancona, nell’edificio Casa della Vita "Benedetto XVI" in Via Madre Teresa di Calcutta 1 (zona Posatora). Per iscrizioni e informazioni ci si può rivolgere ai numeri 328-9034493— 338-5416763. E’ previsto un colloquio conoscitivo iniziale prima della partenza del progetto. A condurre gli incontri si alterneranno la Dott.ssa Annalisa Scarpini – psicologa, psicoterapeuta in formazione cognitivo-comportamentale e la Dott.ssa Serena Rabini – psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Molte delle sensazioni provate da chi assiste un proprio caro con demenza sono spesso simili a quelle provate in occasione di un lutto. La persona infatti, a causa dei problemi cognitivi e comportamentali, sembra non essere più lei . Il processo di elaborazione della perdita, ancor prima che essa sia realmente avvenuta, è tipico delle patologie degenerative che portano al lento spegnersi della persona, giorno dopo giorno, e contemporaneamente ad un'elaborazione da parte dei familiari che si ritrovano a dover prendere coscienza del cambiamento che sta avvenendo. Quando avviene un lutto si attiva normalmente una reazione fisiologica complessa che alcuni autori hanno descritto attraverso 4 fasi e che possono essere sovrapposte alle fasi del percorso psicologico che attraversa il caregiver nella malattia di Alzheimer e più in generale nelle demenze.
«... Ci si affanna a trovare quello che non è più possibile trovare, e si ignora quanto, invece, trovare si può» Se si vive nel passato, nel ricordo di come la persona era e di come si vorrebbe che sia ora e si cerca unicamente quella parte non troveremo niente.. mentre facciamo ciò ignoriamo quello che invece si può trovare.. la persona che è qui in questo momento. |
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