Dott.ssa Annalisa Scarpini
Quando si svolge animazione all'interno di strutture per anziani bisogna tenere sempre a mente dei principi fondamentali. La persona deve essere posta al centro delle attività e per fare questo bisogna imparare a conoscerla, senza focalizzarci sulle sue difficoltà. Comprendere che cosa può riuscire a fare da sola e cosa no. Ogni persona è unica, con una storia alle spalle fatta di esperienze che hanno modellato la sua personalità portandola a sviluppare abilità e interessi. E' importante portare rispetto. Rispetto per l'anziano e la sua storia. Alcuni animatori tendono a relazionarsi con l'anziano in modo infantile o proponendo attività per bambini. Tali comportamenti possono far sentire l'anziano non capace e in una situazione di disagio. Quando l'utente afferma: "non sono un bambino, guarda come sono ridotto!" questo è un segnale che l'attività proposta non va bene, anzi va a sminuire la persona. E' importante che l'animatore sappia coinvolgere tutti i partecipanti. Le attività dovrebbero essere proposte in modo che non siano troppo facili, ne troppo difficili. L'ambiente dovrebbe essere tranquillo in particolar modo se sono presenti persone con deterioramento cognitivo. Non si chiede alla persona di portare a termine ciò che viene proposto ma che provi a farlo così come lo sa fare, indipendentemente dal risultato finale. L'animatore non deve svolgere l'attività al posto della persona, altrimenti viene perso il senso del suo lavoro. E' anche sbagliato assumere un atteggiamento da insegnante, che corregge o si sostituisce. Se si invia il messaggio che così come sta facendo non va bene, probabilmente la persona smetterà di fare anche quel poco che riesce a fare. Si deve cercare di offrire ai membri del gruppo attività alternative se quelli del programma non soddisfano le esigenze. Nessuno deve essere forzato a partecipare. E’ probabile che i riluttanti siano influenzati dal vedere gli altri divertirsi che dall’essere obbligati a partecipare. Non bisogna dare per scontato che una persona con demenza non sia in grado di partecipare. Bisogna dare tempo alla persona, le risposte e i movimenti sono più lenti. E' importante non sovraccaricarla di informazioni e aspettare che risponda. Se svolte adeguatamente, le attività di animazione possono essere utili a costruire e rinforzare le relazioni e mantenere attive le capacità, regalando alla persona emozioni positive e un senso di auto-efficacia. Dott.ssa Annalisa Scarpini, psicologo clinico. Riceve ad Ancona
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