Dott.ssa Annalisa Scarpini
Il percorso d'accettazione della malattia inizia al momento della diagnosi ed è composto da alcune fasi: la negazione, l'ipercoinvolgimento, la rabbia, la tristezza e l'accettazione. Queste reazioni sono molto simili a chi vive un'esperienza di lutto. Stare vicino ad un proprio familiare malato significa prendersi cura di lui e seguirlo mentre piano piano inizia a perdere le sue capacità e la sua identità. Si ribaltano i ruoli familiari: chi si prendeva cura ora ha bisogno di cure. LA NEGAZIONE Alcuni pensieri che caratterizzano questa fase: "si saranno sbagliati i medici", " sarà un pò di stress", "è anziano saranno delle normali dimenticanze". In questa fase i familiari cercano di far comportare il malato come prima. Questa tappa è importante perchè ci permettere di metabolizzare quello che sta succedendo dandoci tempo per accettarlo. L'IPERCOINVOLGIMENTO Alcuni pensieri di questa fase: " forse da solo non ce la fa"; " potrebbe non riuscire"; "devo aiutarlo a stare bene" In questa tappa si tende a sostituire il malato per non metterlo nella condizione di fallire, ci si sente addosso la responsabilità dell'altra persona tendendo ad aiutarlo in tutto, anche quando non ne ha bisogno. Questa tappa permette al familiare di mantenere un'immagine sana del proprio caro ma, a lungo andare, diventa dannosa per il malato stesso per cui è importante allenare le sue capacità residue e continuare a fare quello che riesce a fare anche sbagliando. LA RABBIA Alcuni pensieri di questa fase: " non è servito a niente"; " perchè fa cosi"; " non ce la faccio più"; " sembra che ci faccia apposta per farmi perdere la pazienza" Dopo aver investito tante energie e non aver ottenuti risultati sorge la rabbia. L'assistenza diventa sempre più difficile e possono insorgere problemi comportamentali. Il malato ripete sempre le stesse cose, accusa gli altri e a volte sembra che insieme ad altre persone stia meglio e che ci faccia apposta. Rabbia e amore sono presenti contemporaneamente. LA TRISTEZZA E SOLITUDINE Ci si sente soli e si è consapevoli che la situazione non può cambiare. Alcune famiglie tendono ad isolarsi e rimanere in casa. Si perdono i contatti con la propria rete amicale e con i parenti. Si ha difficoltà a chiedere aiuto. Questo isolamento non fa altro che rendere più difficile l'assistenza. L'ACCETTAZIONE In questa fase avviene l'elaborazione che permette di raggiungere un nuovo equilibrio psicologico e interpersonale. Dott.ssa Annalisa Scarpini, psicologo clinico. Riceve ad Ancona
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