Sostegno ai familiari che si prendono cura di persone malate
La continua assistenza, dovuta a malattie invalidanti, come patologie neurodegenerative, finisce per colpire anche i familiari del malato, schiacciati da un peso psicologicamente pesante.
Sono tante le emozioni che un familiare può provare: il senso di inadeguatezza, il non sapere come comportarsi in determinate situazioni o cosa fare, il senso di colpa, la vergogna, la tristezza nel non riconoscere più il proprio caro, la solitudine e la fatica nell'accettare la malattia. Molti familiari si sentono sovraccaricati dal compito di cura, hanno difficoltà nel chiedere aiuto e non si sfogano con amici e altri parenti. In questo modo si crea un circolo vizioso in cui la sofferenza cresce.
Il sostegno psicologico può aiutare la persona a trovare uno spazio dove esternare le proprie emozioni e pensieri e impararli a conoscere e a gestire, ed accettare la malattia e a tornare ad occuparsi anche del proprio benessere.
Sono tante le emozioni che un familiare può provare: il senso di inadeguatezza, il non sapere come comportarsi in determinate situazioni o cosa fare, il senso di colpa, la vergogna, la tristezza nel non riconoscere più il proprio caro, la solitudine e la fatica nell'accettare la malattia. Molti familiari si sentono sovraccaricati dal compito di cura, hanno difficoltà nel chiedere aiuto e non si sfogano con amici e altri parenti. In questo modo si crea un circolo vizioso in cui la sofferenza cresce.
Il sostegno psicologico può aiutare la persona a trovare uno spazio dove esternare le proprie emozioni e pensieri e impararli a conoscere e a gestire, ed accettare la malattia e a tornare ad occuparsi anche del proprio benessere.
Le emozioni provate
Rabbia
La rabbia può essere rivolta:
Il senso di colpa può manifestarsi quando:
La vergogna si può manifestare:
La rabbia può essere rivolta:
- verso il destino " Perché proprio lui"; " Perché proprio a me";
- verso gli altri, perché si sente di non avere abbastanza aiuto da parte dei parenti: " Loro continuano a vivere la propria vita e non si rendono nemmeno conto di com'è la situazione, lo lascerei da loro qualche giorno";
- verso se stessi, perché quello che si fa non da risultati positivi;
- verso il malato stesso: " sembra che ci faccia apposta a comportarsi così";
- verso i medici e gli operatori.
Il senso di colpa può manifestarsi quando:
- si perde la pazienza e diciamo cose che non volevamo dire;
- per il ricoverato in struttura: "Mi sembra di averlo abbandonato";
- perchè sembra di non fare mai abbastanza;
- per non essersi accorti prima dei segnali della malattia;
- per qualcosa accaduto nel passato
- per trascurare la propria famiglia e i propri figli
- per non avere abbastanza tempo per assistere il malato
- il non sapere come fare in certe situazioni può far nascere il dubbio di sbagliare a comportarsi o a comunicare
La vergogna si può manifestare:
- quando ci si vergogna del comportamento del proprio familiare e ci si sente in imbarazzo davanti agli altri.
- quando ci si vergogna della malattia.
- quando ci si vergogna per lui
- si è troppo coinvolti e ci si sostituisce al malato in ogni attività per paura di vederlo compiere errori e non metterlo nella condizione di non essere più in grado di fare
- ansia per il futuro e per il presente; "e se io mi ammalo cosa succederà?"
- la mancanza di informazioni porta a dubbi
- si sente il bisogno di fare sempre di più
- Non si riconosce più la persona che si ha affianco: "Non è più lui/lei".
- I ruoli si sono invertiti: i genitori ora dipendono dai figli.
- La sensazione di essere soli.
- Il dolore per la malattia
- Il senso di impotenza
Verso l'accettazione della malattia
Il percorso di accettazione della malattia inizia al momento della diagnosi ed è composto da alcune fasi: la negazione, l'ipercoinvolgimento, la rabbia, la tristezza e l'accettazione. Queste reazioni sono molto simili a chi vive un'esperienza di lutto. Stare vicino ad un proprio familiare malato significa prendersi cura di lui e seguirlo mentre piano piano inizia a perdere le sue capacità e la sua identità.Si ribaltano i ruoli familiari: chi si prendeva cura ora ha bisogno di cure.
LA NEGAZIONE
Alcuni pensieri che caratterizzano questa fase: "si saranno sbagliati i medici", " sarà un pò di stress", "è anziano saranno delle normali dimenticanze".
In questa fase i familiari cercano di far comportare il malato come prima.
Questa tappa è importante perchè ci permettere di metabolizzare quello che sta succedendo dandoci tempo per accettarlo.
In questa fase i familiari cercano di far comportare il malato come prima.
Questa tappa è importante perchè ci permettere di metabolizzare quello che sta succedendo dandoci tempo per accettarlo.
L'IPERCOINVOLGIMENTO
Alcuni pensieri di questa fase: " forse da solo non ce la fa"; " potrebbe non riuscire"; "devo aiutarlo a stare bene"
In questa tappa si tende a sostituire il malato per non metterlo nella condizione di fallire, ci si sente addosso la responsabilità dell'altra persona tendendo ad aiutarlo in tutto, anche quando non ne ha bisogno.
Questa tappa permette al familiare di mantenere un'immagine sana del proprio caro ma, a lungo andare, diventa dannosa per il malato stesso per cui è importante allenare le sue capacità residue e continuare a fare quello che riesce a fare anche sbagliando.
In questa tappa si tende a sostituire il malato per non metterlo nella condizione di fallire, ci si sente addosso la responsabilità dell'altra persona tendendo ad aiutarlo in tutto, anche quando non ne ha bisogno.
Questa tappa permette al familiare di mantenere un'immagine sana del proprio caro ma, a lungo andare, diventa dannosa per il malato stesso per cui è importante allenare le sue capacità residue e continuare a fare quello che riesce a fare anche sbagliando.
LA RABBIA
Alcuni pensieri di questa fase: " non è servito a niente"; " perchè fa cosi"; " non ce la faccio più"; " sembra che ci faccia apposta per farmi perdere la pazienza"
Dopo aver investito tante energie e non aver ottenuti risultati sorge la rabbia. L'assistenza diventa sempre più difficile e possono insorgere problemi comportamentali. Il malato ripete sempre le stesse cose, accusa gli altri e a volte sembra che insieme ad altre persone stia meglio e che ci faccia apposta. Rabbia e amore sono presenti contemporaneamente.
Dopo aver investito tante energie e non aver ottenuti risultati sorge la rabbia. L'assistenza diventa sempre più difficile e possono insorgere problemi comportamentali. Il malato ripete sempre le stesse cose, accusa gli altri e a volte sembra che insieme ad altre persone stia meglio e che ci faccia apposta. Rabbia e amore sono presenti contemporaneamente.
LA TRISTEZZA E SOLITUDINE
Ci si sente soli e si è consapevoli che la situazione non può cambiare. Alcune famiglie tendono ad isolarsi e rimanere in casa. Si perdono i contatti con la propria rete amicale e con i parenti. Si ha difficoltà a chiedere aiuto. Questo isolamento non fa altro che rendere più difficile l'assistenza.
L'ACCETTAZIONE
In questa fase avviene l'elaborazione che permette di raggiungere un nuovo equilibrio psicologico e interpersonale.
CONSIGLI
- INFORMARSI: la prima strada verso l’accettazione è conoscere la malattia, comprenderla.
- NON ISOLARSI: frequentare gruppi di familiari, parlarne con i propri amici e parenti.
- ACCETTARE LA PERSONA PER COME E’ ORA E RISCOPRIRE UN NUOVO LEGAME
- RICONOSCERE LE PROPRIE EMOZIONI E NON INCOLPARSI. Quando ci si confronta con persone che vivono la stessa situazione si può comprendere che non c’è colpa e che è umano non essere sempre perfetti.
- DEDICARE DEL TEMPO A SE STESSI
Come posso esservi utile?
Attraverso un percorso di accettazione della malattia, facendo spazio alle emozioni anche quelle che possono fare più male, famigliarizzandoci, imparando a conoscerle, smettere di lottare contro ciò che non si può cambiare e utilizzare le proprie energie per muoversi in direzione dei propri valori.
Leggi anche:
Il lutto anticipatorio nelle demenze: le reazioni dei familiari
7 consigli per ridurre lo stress dell'assistenza
Il vissuto psicologico del familiare che presta assistenza
I 10 segnali per riconoscere lo stress nel familiare che assiste il proprio caro con demenza
7 consigli per ridurre lo stress dell'assistenza
Il vissuto psicologico del familiare che presta assistenza
I 10 segnali per riconoscere lo stress nel familiare che assiste il proprio caro con demenza
All'interno del blog puoi trovare molte informazioni sulla demenza o su altre patologie neurologiche degenerative
Alcuni consigli per fronteggiare i disturbi comportamentali e cognitivi della malattia di Alzheimer
DOVE MI TROVO:
|
Dottoressa Annalisa Scarpini Psicologo Ancona Cellulare.: 338 5416763 Riceve presso: Via Giannelli, 36 - 60123 | Ancona Iscritta All’Ordine degli Psicologi delle Marche Numero: 2346 |
Privacy Termini e Condizioni Politica Cookies
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email, saranno immediatamente rimossi.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email, saranno immediatamente rimossi.