Il disturbo da panico può essere una condizione molto invalidante per le persone che ne soffrono. I trattamenti per la cura del disturbo di panico attualmente ritenuti dalla comunità scientifica come più efficaci sono la psicoterapia e la terapia farmacologica se risulta necessaria. Prima di seguire un trattamento per il panico è consigliabile eseguire una visita medica completa per escludere altre possibili cause dei disturbi. Questo è necessario perché una serie di altre condizioni (come i livelli eccessivi di ormone tiroideo, alcuni tipi di epilessia, o aritmia cardiaca) possono causare sintomi simili al panico. Psicoterapia Cognitivo Comportamentale per il Disturbo da Panico. Il trattamento cognitivo-comportamentale prevede un protocollo che contiene le seguenti procedure:
Nella terapia cognitivo-comportamentale (CBT), il terapeuta conduce un'attenta ricerca dei pensieri e delle emozioni che accompagnano gli attacchi di panico, l'obiettivo finale è interrompere i comportamenti e i processi che alimentano il disturbo. Dopo aver ricostruito il funzionamento del panico vengono messe in discussione le credenze e i pensieri catastrofici che accompagnano l'attacco. Possono poi venire insegnate tecniche di rilassamento ed esercizi di respirazione per evitare l'iperventilazione. Vengono inoltre utilizzate tecniche di esposizione che consistono nell'esporre la persona allo stimolo ansiogeno in modo graduato e/o l'esposizione alle sensazioni fisiche e mentali (come il battito cardiaco accelerato) collegate al panico. Bibliografia Panic Disorder Treatment. John M. Grohol, Psy.D.
0 Comments
Le persone che convivono quotidianamente con l'ansia spesso si chiedono:
Ci sono, naturalmente, una moltitudine di fattori che influenzano le risposte a queste domande, tra cui:
“L’apprensione innescata da una minaccia a qualche valore o scopo che l’individuo ritiene essenziale alla sua esistenza. La minaccia può essere alla vita fisica (per es. la minaccia di morte o di malattia) o all’esistenza psicologica (perdita di libertà o di sicurezza) oppure la minaccia può essere diretta a qualche altro valore che il soggetto identifica come prioritario nella propria esistenza (il patriottismo, il successo, l’amore per un’altra persona, ecc..)…”Rollo May, 1979, p.180 Per comprendere l'ansia è possibile far riferimento ad una 'formula '. Secondo l'approccio cognitivo, la valutazione dell'evento e quindi il livello dell'ansia è influenzato da:
Vediamo un esempio concreto: Ho l'ansia perchè penso che potrei avere un attacco di panico all'interno di un centro commerciale. PROBABILITÀ' DELLA MINACCIA: Se penso che l'attacco di panico sia probabile al 10%, sarò ansioso ma magari riuscirò ad entrare nei negozi se accompagnato. Se penso che la probabilità che abbia un attacco di panico è stimata al 90%, il livello di ansia salirà vertiginosamente. IMMINENZA: Se devo andare al centro commerciale tra pochi minuti avrò un livello d'ansia più alto rispetto se ci dovessi andare tra due mesi. GRAVITA': Se mi immagino l'attacco di panico e di riuscire a correre a nascondermi in bagno in modo che non mi veda nessuno, l'imbarazzo e la gravità dell'evento sarà percepita in modo minore. Se invece penso che sarò in imbarazzo al 90% , che tutti mi vedranno in preda al panico e penseranno male di me, la mia ansia salirà ancora di più. POTERE PERSONALE: Il pensare 'Potrei avere un attacco di panico, ma il mio terapista mi ha insegnato come usare la respirazione per calmarmi' è diverso dal "Avere un attacco di panico sarebbe assolutamente terribile ,potrei svenire e finire in ospedale' , perchè così l'ansia sale. AIUTO ESTERNO: E infine, è diverso pensare che, se mi venisse un attacco di panico in un centro commerciale le persone presenti mi potrebbero aiutare, dall'immaginarsi persone che mi ignorano o che potrebbero anche essere scortesi. Da ciò si può concludere come vari fattori portano ad innescare un'elevata ansia come la percezione dell'alta probabilità che ciò che si teme possa accadere e che se ciò avvenisse sarebbe gravissimo. C'è inoltre una sottostima delle proprie risorse personali ed esterne per farvi fronte. "Nel Disturbo d’ansia il difetto di elaborazione dell’informazione, causa della vulnerabilità e della persistenza dell’ansia stessa, può essere visto da un lato come una preoccupazione relativa al concetto di pericolo dall’altro come una sottovalutazione delle capacità individuali di farvi fronte (Back , Emery e Greenberg, 1985)" "La sovrastima del pericolo e la sottostima delle capacità di fronteggiarlo, riflettono nei disturbi d’ansia l’attivazione dei cosiddetti “schemi di pericolo”: “il nodo del disturbo degli stati d’ansia non coinvolge il sistema affettivo, come si è portati a credere, ma gli schemi cognitivi connessi alle sensazioni di pericolo, a causa dei quali la realtà esterna viene vissuta come estremamente pericolosa e il proprio sé come estremamente vulnerabile” (Beck 1985, p.192) CHI E' LO PSICOLOGO? Si diventa psicologo dopo un percorso di laurea di cinque anni in psicologia, seguito da un tirocinio obbligatorio della durata di un anno e il superamento dell'esame di stato con la successiva iscrizione all'Ordine degli Psicologi la quale abilita all'esercizio della professione. "La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito". Cosa fa lo Psicologo…
Lo psicologo, non essendo né medico né psicoterapista, non può somministrare farmaci. Consulta l'albo degli psicologi della tua regione per verificare che lo psicologo scelto sia iscritto: http://www.ordinepsicologimarche.it/albo.aspx LO PSICOTERAPEUTA Lo psicoterapeuta è una persona laureata in psicologia o medicina e iscritta al rispettivo ordine professionale, che dopo gli studi universitari intraprende un ulteriore corso di specializzazione in psicoterapia riconosciuto dallo Stato di almeno 4 anni. Lo psicoterapeuta è l'unica figura professionale che può fornire come servizio la psicoterapia (dopo una valutazione della situazione si passa alla terapia ) Lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci. Il medico psicoterapeuta può prescrivere anche i farmaci. L'intervento dello psicoterapeuta è consigliato in presenza di psicopatologia o di un disagio importante. La terapia viene effettuata in base all'orientamento teorico di riferimento del terapeuta (che può essere di tipo psicoanalitico o psicodinamico, sistemico, cognitivista ecc.), il quale interviene in base alle problematiche presentate dal paziente, alle sue caratteristiche di personalità e alla patologia. Esistono in Italia diverse scuole di psicoterapia ognuna facente riferimento ad un quadro teorico differente. Per informazioni sui vari orientamenti: www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-orientamento-psicoterapeutico.html LO PSICANALISTA La psicoanalisi è un indirizzo di psicoterapia (come abbiamo detto sopra esistono diverse scuole in Italia) che fa riferimento a Sigmund Freud e dei suoi successori. LO PSICHIATRA Lo psichiatra è una persona laureata in medicina che ha anche conseguito una specializzazione in psichiatria. Lo psichiatra, solitamente ,considera il disturbo mentale come derivante da un malfunzionamento e/o uno sbilanciamento a livello biochimico del sistema nervoso centrale. Per questo motivo la principale modalità di cura proposta dallo psichiatra è quella farmacologica. La specializzazione in psichiatria consente la pratica della psicoterapia. La collaborazione contemporanea tra psicologo/psicoterapeuta e psichiatra fornisce un risultato migliore di quello che si otterrebbe attraverso l’utilizzo esclusivo di uno solo dei professionisti. Oggi con un semplice click è possibile ricercare i sintomi di qualsiasi malattia e ottenere velocemente una risposta tramite internet. Si può descrivere una chiazza sulla pelle, un tipo di mal di testa, ricercare a cosa serve un farmaco che ci hanno prescritto e avere un'infinità di informazioni al riguardo. Ciò non sempre utile. Per le persone con problemi d'ansia per la salute, la facilità di ricerca di informazioni su internet, può portare ad accrescere il disagio. L'ansia per la salute è definita dal DSM-5, come la preoccupazione di avere una malattia. La persona, oltre ad essere allarmata circa il suo stato di salute, ricerca delle rassicurazioni attraverso controlli medici, attraverso letture di approfondimento, può concentrare l'attenzione sul corpo per verificare la presenza o meno di segnali, rigonfiamenti e/o cambiamenti e, in altri casi, evita ogni tipo di visita medica o accertamento per paura di scoprire qualcosa di brutto. La preoccupazione può essere tale da compromettere la qualità della vita, dei rapporti sociali, lavorativi, scolastici ecc. La ricerca di informazioni sulla propria salute accrescere l'ansia perché può insinuare il dubbio di avere qualcosa di grave ma non solo, tale comportamento insegna alla mente a porre attenzione alle informazioni negative tralasciando quelle rassicuranti. Inoltre, le diagnosi "scoperte" attraverso le ricerche su internet possono diventare il bersaglio di nuova ansia, magari per una malattia mai considerata prima. Quando è utile ricercare informazioni sulla propria salute e quando ciò può portare ad alimentare il circolo dell'ansia? Bisogna chiedersi qual'è il motivo per cui si stanno ricercando le informazioni. Ad esempio, può essere utile per capire meglio una diagnosi già fatta da un medico, per leggere le indicazioni di un farmaco già prescritto. Ma se si stanno cercando dei sintomi per rassicurarsi di non avere una malattia grave, o se la ricerca di informazioni diventa continua e crea disagio allora si sta alimentando il circolo dell'ansia. |
CONTATTI
Tel. 3385416763 Categorie
Tutti
Archivi
Aprile 2020
|