IL MIO BLOG
Uno spazio dove condivido riflessioni e approfondimenti sul mondo della psicologia.
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Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) da contaminazione è una delle forme più comuni di DOC.
Chi ne soffre sviluppa una paura persistente e irrazionale di entrare in contatto con germi, sostanze pericolose o malattie.
Tra le preoccupazioni frequenti c’è la paura di contrarre l’HIV, nonostante nella maggior parte dei casi i rischi reali siano minimi o assenti.
Le persone che vivono questo tipo di DOC possono manifestare:
Il DOC ha origini multifattoriali, con contributi biologici, psicologici e ambientali:
Nel caso della paura dell’HIV, può pesare anche la grande risonanza emotiva e sociale che questa malattia ha avuto negli anni.
È importante distinguere tra:
Molte persone si chiedono: “E se avessi un attacco di panico mentre sto guidando? Dove potrei fermarmi?”
Il panico alla guida è una delle manifestazioni più comuni dell’agorafobia, una condizione caratterizzata dalla paura di trovarsi in luoghi o situazioni da cui sarebbe difficile allontanarsi o chiedere aiuto in caso di attacco.
L’agorafobia può portare ad evitare specifici luoghi o contesti, come:
Le persone con agorafobia tendono a sentirsi a disagio sia in spazi aperti che in ambienti chiusi che limitano la libertà di movimento.
Continua a leggereLa stimolazione cognitiva ha come obiettivo il mantenimento delle funzioni mentali residue e non il recupero di quelle già compromesse.
È utilizzata principalmente nelle patologie neurodegenerative, come le demenze, dove non è possibile un pieno recupero delle capacità perse, ma con un allenamento costante si può rallentare il declino e ridurre l’impatto della malattia.
Gli esercizi sono mirati a stimolare le abilità non ancora compromesse, mantenendo attive memoria, attenzione, linguaggio, ragionamento e orientamento.
Il cortometraggio “L’ospite indesiderato” di Joe Oliver illustra con una metafora il passaggio dalla lotta al fare spazio a tutti quei pensieri, emozioni e sensazioni che non desideriamo, ma che inevitabilmente fanno parte della nostra esperienza.
Il protagonista decide di organizzare una festa con tutti i suoi amici. Tutto è pronto, gli ospiti arrivano e l’atmosfera è allegra, leggera, gioiosa.
Ma a un certo punto suona il campanello: alla porta c’è il vicino di casa, una figura sgradevole, maleducata, fastidiosa. Non è stato invitato. Nonostante ciò, entra, si serve da bere e da mangiare, infastidisce gli altri ospiti. Il protagonista lo caccia via.
La festa riprende… ma poco dopo il vicino torna. Suona di nuovo. Ancora una volta viene cacciato.
Per essere sicuro che non rientri, il protagonista decide di rimanere vicino alla porta a fare la guardia. Questo lo fa sentire più tranquillo… ma nel frattempo si sta perdendo la festa.
La consapevolezza di sé e dei propri pensieri è il primo passo per riconoscere quei meccanismi interiori che ci fanno stare male. Spesso, infatti, siamo noi stessi i primi giudici severi di noi stessi.
Riconoscere questo processo è fondamentale per iniziare a stare meglio e vivere con maggiore serenità.
Durante periodi di stress prolungato o in particolari momenti della vita, la nostra mente può iniziare a distorcere la realtà.
Le qualità positive che possediamo sembrano sparire, mentre difetti e debolezze vengono ingigantiti.
In questo stato, la bassa autostima prende il sopravvento, offuscando la percezione realistica di chi siamo davvero.
È in questi momenti che emerge con forza la voce del nostro critico interiore: una parte di noi che valuta, giudica e commenta in modo negativo ogni nostro comportamento, enfatizzando solo errori e fallimenti.
Ispirata alla storia zen: l’anziano e il cagnolino.
Mentre era immerso nei suoi consueti esercizi quotidiani, un anziano fu interrotto da un cagnolino che gli si avvicinò, allegro e vivace.
Infastidito dalla presenza dell’animale, l’uomo cercò subito di allontanarlo: raccolse una pallina e la lanciò lontano, sperando che il cagnolino la inseguissi e se ne andasse. Ma il piccolo tornò indietro, scodinzolante. L’anziano, sempre più infastidito, reagì d’impulso: lanciò la pallina nel vuoto, oltre le mura del palazzo. Il cucciolo, nel tentativo di raggiungerla, si sporse troppo… e cadde.
Sconvolto, l’anziano si sentì subito sopraffatto dal senso di colpa. Corse giù, lo cercò ovunque, finché lo trovò, privo di sensi, adagiato su una roccia. Lo prese con sé, lo curò. Dopo un po’ di tempo, il cagnolino si riprese. Quando aprì di nuovo gli occhi, l’anziano sorrise: per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentì felice.
Da quel giorno, la sua routine cambiò. La sua quotidianità si arricchì di compagnia, affetto e nuove emozioni. Un incontro inatteso aveva riempito di senso le sue giornate.
Continua a leggereSono una psicologa e psicoterapeuta e lavoro ad Ancona con adulti ed adolescenti per accompagnarli, supportarli e sostenerli nei momenti difficili della loro vita.
Via Giannelli, 36
Ancona (Italy)
Tel. 3385416763
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