Dott.ssa Annalisa Scarpini
Secondo una ricerca della Yale University, quasi un terzo delle persone che assistono i propri cari malati soffre di depressione e circa uno su quattro soddisfa i criteri diagnostici per l'ansia. Cosa bisogna fare per conciliare l'assistenza, spesso logorante e continua con il proprio benessere psicologico? 1. Riconoscere le proprie emozioni anche negative e chiamare le cose con il proprio nome Se non l'hai già fatto prova a farlo ora, prova a dire ad alta voce cosa pensi veramente. Sopprimere le emozioni e fingere fa più male che bene. 2. Educare se stessi. Informarsi sulle fasi della malattia e leggere dei libri sull'argomento. Non c'è modo di eliminare tutte le sorprese che potrebbe riservare il decorso patologico, ma se si conosce la malattia allora ci si può meglio preparare per quello che potrebbe accadere tra un mese o nei prossimi anni. Si potrebbe anche prendere in considerazione di frequentare un corso di formazione per caregiver. 3. Afferrare la propria maschera di ossigeno. Prima di decollare per un viaggio in aereo viene spiegato cosa fare in caso di emergenza. "In caso di emergenza, una maschera d'ossigeno scenderà dal vano porta oggetti sopra di voi. Si prega di allacciare la propria maschera prima di aiutare gli altri. " Prendersi cura dei propri bisogni è importante come afferrare la maschera di ossigeno, se non lo si fa ci si può ritrovare in breve tempo in uno stato di mancanza di ossigeno, senza la possibilità di aiutare i propri familiari seduti vicino. 4. Pianificare una pausa. Concedetevi una pausa ogni giorno. Anche mezz'ora al giorno. Senza rispondere alle richieste esterne in cui si pensa solo a se stessi. 5. Defondersi dalle emozioni negative e che non aiutano nell'assistenza. Per esempio: cercate di chiedervi: il senso di colpa che provate è utile o inutile? Serve a qualcosa o solamente a criticarvi e a rendere l'assistenza ancora più difficile? 6. Organizzate le giornate. Organizzate le giornate in modo strutturato, mantenete sempre gli stessi orari del pranzo e della cena. 7. Uscire di casa. Essere prigionieri all'interno della propria casa è come essere rinchiusi in una cella buia e spaventosa. Il tempo trascorso fuori casa con altre persone è fondamentale per la propria salute mentale. Prendere del tempo per godere di un passatempo, non è un atto egoistico. Ciò vi aiuterà a essere un caregiver migliore, più paziente e di buon umore. Dott.ssa Annalisa Scarpini, psicologo clinico. Riceve ad Ancona
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