Dott.ssa Annalisa Scarpini
I disturbi del sonno sono comuni nelle persone con malattia di Alzheimer o altro tipo di demenze. Questi disturbi possono avere un impatto negativo invertendo il ritmo sonno-veglia nella persona con demenza e influenzando il benessere del caregiver. Una ricerca stima che le persone con demenza passano circa il 40% della notte svegli e gran parte del giorno si riposano. Questo avviene perché il meccanismo di sonno / veglia può non essere perfettamente funzionante. Ritmi circadiani La maggior parte delle specie del pianeta sono regolate da ritmi circadiani che dipendono da un orologio interno sincronizzato con l'ambiente esterno: con la luce solare, la temperatura ambientale e stimoli di natura sociale esempio l'orario del pranzo in famiglia. Nei mammiferi, questo orologio interno, si trova nel nucleo soprachiasmatico (SCN) nell'ipotalamo del cervello. L'orologio biologico nell'uomo ha un periodo naturale che si aggira intorno alle 24 ore. In genere si sta svegli durante le ore diurne e ci si addormenta nelle ore notturne. La luce sembra poter riequilibrare la melatonina e la serotonina e regolarizzare il ciclo di sonno – veglia, l’umore, l’appetito e la qualità del sonno. La melatonina è un ormone prodotto di notte e al buio e si ritiene che sia un messaggero della temperatura del corpo che permette di indicare alle cellule che è sera. Una riduzione di questo ormone può essere associato ad una ridotta efficienza del sonno e a un deterioramento dei ritmi circadiani interni. Luce e il sistema circadiano Studi sull'orologio biologico hanno mostrato una ridotta attività neuronale nel Sistema Nervoso Centrale degli anziani. Ciò suggerisce che, a livello molecolare, il cervello diventa meno sensibili agli stimoli dalla luce sulla retina. Con l'avanzare dell'età, infatti, la lente nell'occhio si infittisce e la pupilla si restringe, riducendo la quantità di luce che passa attraverso la retina. Disturbi a ritmi circadiani principali portano a dormire di meno e ciò potrebbe essere dovuto ad una difficoltà di elaborare correttamente le informazioni che permettono all'orologio interno di sincronizzarsi. Lo stile di vita sedentario, con meno possibilità di esporsi alla luce durante il giorno aumenta il rischio di una disfunzione. La terapia della luce La terapia della luce si basa sulla somministrazione di luce brillante in alcuni momenti della giornata prodotta da specifiche lampade in grado di sincronizzare di nuovo il ritmo circadiano. Ci possono essere degli effetti collaterali (inferiori rispetto alle terapie farmacologiche) per questo è possibile utilizzarla solo dopo consultazione con il proprio medico. I benefici sono stati riscontrai per i disturbi del sonno, depressione e disturbo bipolare. La terapia della luce nelle demenze Nella Malattia si Alzheimer a causa del deterioramento ci potrebbe essere bisogno di uno stimolo maggiore di luce per regolarizzare il ritmo circadiano. Studi pilota stanno testando gli effetti della terapia della luce nelle demenze ma ancora la sperimentazione è in atto e non ci sono dati ufficiali sull'efficacia. Figueiro ha proposto, sulla base di conoscenze teoriche sull'impatto della luce nell'invecchiamento, uno schema di illuminazione che è stato progettato per fornire una stimolazione di 24 ore:
l gruppo di ricerca osserva che l'aumento dei livelli di illuminazione diurna possono fornire un segnale più forte al sistema circadiano. Tuttavia, oggi il colore e l'intensità dell' illuminazione, presente nelle residenze per anziani e in commercio sono progettati per permettere una migliore visione a basso consumo e non per stimolare il sistema circadiano. Consigli:
Nicholas Hanforda,Mariana Figueirob. Light Therapy and Alzheimer’s Disease and Related Dementia: Past, Present, and Future. Alzheimers Dis. 2013 January 1; 33(4): 913–922. doi:10.3233/JAD-2012-121645 Dott.ssa Annalisa Scarpini, psicologo clinico. Riceve ad Ancona
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