Dott.ssa Annalisa Scarpini
La malattia di Alzheimer è una delle forme più comuni di demenza. Dietro a questo nome si nasconde un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello e colpisce inizialmente la memoria. Poi piano, piano si diffonde anche in altre zone del cervello. A livello anatomico, questo processo porta una diminuzione del volume cerebrale (in maniera eccessiva rispetto al normale invecchiamento fisiologico) con dilatazione dei ventricoli e un allargamento e approfondimento dei solchi e delle scissure (vedi immagine). Si ritiene che questo processo sia dovuto alla formazione di placche amiloidi e di grovigli neurofibrillari. Il decorso patologico è lento, con una durata media di 8-10 anni dalla comparsa dei primi sintomi. Al momento non vi sono farmaci in grado di intervenire sulle cause della demenza, ma solo capaci, in alcuni casi, di rallentare il processo e ridurre i sintomi comportamentali e psicologici. Non esiste un'età precisa di esordio, sembra che la maggior parte dei casi sia collocata intorno ai 65 anni, ma forme più rare, sembrano avere un esordio precoce ed un andamento più tumultuoso. I miti da sfatare: Ad oggi non esiste un esame per predire questa malattia e ancora i ricercatori stanno cercando di comprenderne le cause e trovare una cura. Non è ereditaria, soltanto una piccolissima percentuale sembra avere un' origine genetica. Non sta avvenendo un'epidemia di demenza, ma essendo la prospettiva di vita aumentata, si presentano più casi rispetto a decenni fa quando si viveva di meno e questa patologia non era ancora ben conosciuta. Bisogna ricordare che ogni malato presenta un decorso diverso da un altro: una persona può manifestare un sintomo in anticipo rispetto ad un altro o non manifestarlo affatto. Ciò è dovuto da vari fattori: le patologie presenti, il carattere della persona e l'ambiente di vita. Cosa succede? Nella Malattia di Alzheimer, il primo disturbo a comparire riguarda la funzionalità della memoria e in particolar modo, assistiamo ad un' incapacità di trasferire gli stimoli dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. Ciò comporta che tutti i ricordi legati ad eventi recenti non vengono fissati e quindi dimenticati, mentre restano molto vivi i ricordi del passato. (Tendenza a vivere nel passato). Con il progredire della degenerazione anche i ricordi del passato cominciano a diventare irrecuperabili. Il malato ha difficoltà a riconoscere gli altri e sé stesso. E' presente disorientamento temporale e spaziale. La persona non sa in che anno siamo, ne in che giorno. Tende a non orientarsi. All'inizio il disorientamento è presente solo per posti che non conosce bene, con il tempo si estende anche ai luoghi familiari. Per questo è importante che la persona abbia sempre con sè un foglio con i numeri di telefono dei familiari in caso di smarrimento. Anche il linguaggio subisce delle modificazioni. Nella fase iniziale iniziano le prime difficoltà nel trovare la parola giusta, nel ricordare il nome di un oggetto. Con il tempo le difficoltà si estendono anche alla scrittura, la lettura, la comprensione del linguaggio e la produzione diventa sempre più povera fino a ridursi a pochi vocaboli. Dott.ssa Annalisa Scarpini psicologo clinico- riceve ad Ancona. Dott.ssa Annalisa Scarpini, psicologo clinico. Riceve ad Ancona
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