La fobia è una paura irrazionale e sproporzionata per un oggetto o una situazione che non rappresenta una reale minaccia.
Che cos'è una fobia? |
Secondo i criteri diagnostici del DSM-IV-TR una fobia specifica è una “paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o una situazione specifica.
Per esempio:
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Quando la persona è a contatto con lo stimolo o con la situazione di cui ha paura avviene una risposta ansiosa immediata, che può arrivare anche all' Attacco di Panico.
Le cause
La paura è solitamente (nel 60% dei è casi) legata ad esperienze passate in cui la persona ha appreso, in modo involontario, che un oggetto o una situazione siano associati ad un certo grado di pericolosità. Questo processo detto anche "condizionamento classico" si perpetua nel tempo a causa dello spontaneo evitamento messo in atto dai soggetti fobici che non gli permette di verificare la reale o meno pericolosità.
Le cause
La paura è solitamente (nel 60% dei è casi) legata ad esperienze passate in cui la persona ha appreso, in modo involontario, che un oggetto o una situazione siano associati ad un certo grado di pericolosità. Questo processo detto anche "condizionamento classico" si perpetua nel tempo a causa dello spontaneo evitamento messo in atto dai soggetti fobici che non gli permette di verificare la reale o meno pericolosità.
Sintomi
Alla vista dell'oggetto temuto o al pensiero di vederlo, toccarlo possono presentarsi i seguenti sintomi: vertigini, tachicardia, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremore, spossatezza.
Evitamenti
- non avvicinarsi all'oggetto temuto
- fuggire
- trovare scuse per evitare
- pensare ad altro
- guardare altrove
- bere alcolici o utilizzare droghe
- prendere ansiolitici
- avere qualcuno vicino
Vediamo nello specifico alcune delle fobie più comuni
Paura di volare
Quando la paura di volare diventa un problema?
Chi manifesta una fobia si trova di fronte ad un’ansia diffusa che porta ad evitare la situazione temuta o ad affrontarla con un'elevata angoscia. Vediamo un esempio:
Chi presenta la fobia di volare, non si agiterà solamente in caso di turbolenze come potrebbe succedere ad una persona che non ha eccessivamente paura di prendere l'aereo, ma il terrore sarà presente per tutto il volo.
Il pensiero di dover volare produce ansia anticipatamente, magari alcuni giorni prima. Vediamo insieme i pensieri, i sintomi fisici e i comportamenti più comuni.
I pensieri:
Perchè questo succede?
L'ansia anticipatoria porta ad immaginare scenari negativi connessi al volo, ciò porterà ansia che a sua volta aumenterà i pensieri e gli scenari catastrofici. In questo modo si instaurerà un vero e proprio circolo vizioso.
Chi manifesta una fobia si trova di fronte ad un’ansia diffusa che porta ad evitare la situazione temuta o ad affrontarla con un'elevata angoscia. Vediamo un esempio:
Chi presenta la fobia di volare, non si agiterà solamente in caso di turbolenze come potrebbe succedere ad una persona che non ha eccessivamente paura di prendere l'aereo, ma il terrore sarà presente per tutto il volo.
Il pensiero di dover volare produce ansia anticipatamente, magari alcuni giorni prima. Vediamo insieme i pensieri, i sintomi fisici e i comportamenti più comuni.
I pensieri:
- "se l'aereo cascasse?" , "se l'aereo si rompesse?" e "se quello che ho sentito alla televisione accadesse proprio a me?"
- " che cosa potrei fare?", " se succedesse qualcosa non potrei scendere!"
- " ho paura di essere sospesa nel nulla",
- " ho paura dell'altezza"
- "ho paura di non sentire la situazione sotto controllo" " la mia vita è affidata ad altre persone"
- " e se morissi?"
- immobilità cercando di non parlare con nessuno
- uso di rituali per affrontare il volo
- attenzione posta a ogni rumore nel corso del volo
- cercare di distrarsi ascoltando musica o parlando con qualcuno
Perchè questo succede?
L'ansia anticipatoria porta ad immaginare scenari negativi connessi al volo, ciò porterà ansia che a sua volta aumenterà i pensieri e gli scenari catastrofici. In questo modo si instaurerà un vero e proprio circolo vizioso.
Paura degli aghi e del sangue
La paura degli aghi è anche detta aichmofobia. Molto spesso questa fobia si trova associata ad un'altra paura, quella del sangue detta anche emofobia.
Entrambe sembrano essere causate da una sensibilità vasovagale, che porta il 50% delle persone con questo problema a svenimenti improvvisi durante un’iniezione o un prelievo.
La maggior parte dei casi esordiscono nella prima infanzia e portano ad evitare tutte le possibili situazioni attivanti la paura.
Sintomi
svenimenti, sensazione di svenire, aumento frequenza cardiaca o della pressione sanguigna, disagio, dolore al petto, gambe molli,sudorazione, formicolio delle estremità, Agitazione o tremore, Sensazione di soffocamento
Ma perché si sviene di fronte a una siringa?
Nei soggetti che soffrono di fobia legata alla vista del sangue e/o delle siringhe si attiva, davanti all'oggetto temuto, una risposta fisiologica caratterizzata da un’accelerazione iniziale della frequenza cardiaca e un aumento della pressione sanguigna seguita da una brusca decelerazione del battito e a un crollo pressorio, con successivo svenimento”.
Qualche dato : una leggera paura alla vista del sangue è molto comune nei bambini e negli adulti.
(44% di 6-8 anni e il 27% di 9-12 anni ).
La paura intensa, ad un livello fobico è meno comune, e colpisce il 2-3% dei bambini e degli adulti.
Ben oltre la metà dei casi documentati di fobia del sangue hanno un membro della famiglia con un problema simile.
Entrambe sembrano essere causate da una sensibilità vasovagale, che porta il 50% delle persone con questo problema a svenimenti improvvisi durante un’iniezione o un prelievo.
La maggior parte dei casi esordiscono nella prima infanzia e portano ad evitare tutte le possibili situazioni attivanti la paura.
Sintomi
svenimenti, sensazione di svenire, aumento frequenza cardiaca o della pressione sanguigna, disagio, dolore al petto, gambe molli,sudorazione, formicolio delle estremità, Agitazione o tremore, Sensazione di soffocamento
Ma perché si sviene di fronte a una siringa?
Nei soggetti che soffrono di fobia legata alla vista del sangue e/o delle siringhe si attiva, davanti all'oggetto temuto, una risposta fisiologica caratterizzata da un’accelerazione iniziale della frequenza cardiaca e un aumento della pressione sanguigna seguita da una brusca decelerazione del battito e a un crollo pressorio, con successivo svenimento”.
Qualche dato : una leggera paura alla vista del sangue è molto comune nei bambini e negli adulti.
(44% di 6-8 anni e il 27% di 9-12 anni ).
La paura intensa, ad un livello fobico è meno comune, e colpisce il 2-3% dei bambini e degli adulti.
Ben oltre la metà dei casi documentati di fobia del sangue hanno un membro della famiglia con un problema simile.
Perchè la paura si mantiene?
L'evitamento messo in atto porta a confermare la pericolosità della situazione evitata. Si crea, così un circolo vizioso che porta al mantenimento del problema e a ridurre il senso di auto efficacia.
Quando le fobie perdurano da lungo tempo, il problema può andare a danneggiare le relazioni sociali e la qualità della vita. Per esempio la fobia dell’aereo può portare a rinunciare a dei viaggi; chi ha paura degli aghi e delle siringhe può rinunciare a controlli medici; chi ha paura dei piccioni non attraversa le piazze, e così via, chi ha paura di vomitare rinuncia a cene con amici.
L'evitamento messo in atto porta a confermare la pericolosità della situazione evitata. Si crea, così un circolo vizioso che porta al mantenimento del problema e a ridurre il senso di auto efficacia.
Quando le fobie perdurano da lungo tempo, il problema può andare a danneggiare le relazioni sociali e la qualità della vita. Per esempio la fobia dell’aereo può portare a rinunciare a dei viaggi; chi ha paura degli aghi e delle siringhe può rinunciare a controlli medici; chi ha paura dei piccioni non attraversa le piazze, e così via, chi ha paura di vomitare rinuncia a cene con amici.
Paura di vomitare
La paura di vomitare o emetofobia fa parte delle fobie specifiche.
Se è presente nei bambini può portare a conseguenze in ambito scolastico e sociale per esempio possono rifiutarsi di andare a scuola, di prendere l'autobus, di mangiare alcuni cibi o di andare a casa di amici.
Se è presente negli adulti è spesso accompagnata dalla paura che improvvisamente possa sopraggiungere un attacco di vomito per esempio in ristoranti, mentre si è alla guida e mentre si parla in pubblico. Ciò influenza la qualità della vita della persona portando a non partecipare o ridurre alcune attività sociali come mangiare fuori, viaggiare, stare in luoghi affollati e può avere conseguenze anche nelle relazioni affettive per esempio temendo una gravidanza.
L'ansia nell'emetofobia è provocata dall'idea di vomitare o di vedere un'altra persona vomitare. Alla base dell'ansia c'è la sensazione di essere incapaci di prevedere, gestire e controllare i conati di vomito. Ciò è aggravato dal pensiero che ciò possa accadere in situazioni sociali. Per essere diagnosticata, deve essere presente un forte impatto del disturbo nella vita della persona.
Cosa succede?
Una delle caratteristiche distintive dell'emetofobia è la presenza di nausea. Ricerche recenti hanno dimostrato che i pazienti con emetofobia mostrano alti livelli di sensibilità al disgusto rispetto ad un gruppo di controllo.
Altri risultati hanno osservato che i segnali interni come per esempio la nausea possono essere associati dalla persona come precursori dello scenario catastrofico del vomito.
Il circolo vizioso
Uno stimolo esterno/interno (es. sensazione di nausea) attiva il pensiero " Mi sento che sto per vomitare?" " E se vomitassi ora?" ciò porta a preoccuparsi e più si cerca di allontanare il pensiero, più aumenta l'ansia. L'attenzione della persona viene quindi orientata a percepire ogni modificazione gastrointestinale e l'ipervigilanza fa si che ci sia maggiore probabilità di percepire la nausea ancora più presente. La forza del pensiero aumenta e questo circolo vizioso potrebbe portare ad un attacco di panico.
Alcuni evitamenti:
Che fare?
I pensieri non hanno un interruttore "off" che li possa spegnere.
La preoccupazione anticipatoria di ammalarsi e di vomitare non cambia ciò che in realtà accade, ma modifica la nostra capacità di godere e di concentrarsi su ciò che ci accade nel presente.
Il trattamento consiste nell'insegnamento di tecniche per la gestione dell'ansia e del panico e successivamente nell'affrontare gradualmente le situazioni temute ed evitate.
Se è presente nei bambini può portare a conseguenze in ambito scolastico e sociale per esempio possono rifiutarsi di andare a scuola, di prendere l'autobus, di mangiare alcuni cibi o di andare a casa di amici.
Se è presente negli adulti è spesso accompagnata dalla paura che improvvisamente possa sopraggiungere un attacco di vomito per esempio in ristoranti, mentre si è alla guida e mentre si parla in pubblico. Ciò influenza la qualità della vita della persona portando a non partecipare o ridurre alcune attività sociali come mangiare fuori, viaggiare, stare in luoghi affollati e può avere conseguenze anche nelle relazioni affettive per esempio temendo una gravidanza.
L'ansia nell'emetofobia è provocata dall'idea di vomitare o di vedere un'altra persona vomitare. Alla base dell'ansia c'è la sensazione di essere incapaci di prevedere, gestire e controllare i conati di vomito. Ciò è aggravato dal pensiero che ciò possa accadere in situazioni sociali. Per essere diagnosticata, deve essere presente un forte impatto del disturbo nella vita della persona.
Cosa succede?
Una delle caratteristiche distintive dell'emetofobia è la presenza di nausea. Ricerche recenti hanno dimostrato che i pazienti con emetofobia mostrano alti livelli di sensibilità al disgusto rispetto ad un gruppo di controllo.
Altri risultati hanno osservato che i segnali interni come per esempio la nausea possono essere associati dalla persona come precursori dello scenario catastrofico del vomito.
Il circolo vizioso
Uno stimolo esterno/interno (es. sensazione di nausea) attiva il pensiero " Mi sento che sto per vomitare?" " E se vomitassi ora?" ciò porta a preoccuparsi e più si cerca di allontanare il pensiero, più aumenta l'ansia. L'attenzione della persona viene quindi orientata a percepire ogni modificazione gastrointestinale e l'ipervigilanza fa si che ci sia maggiore probabilità di percepire la nausea ancora più presente. La forza del pensiero aumenta e questo circolo vizioso potrebbe portare ad un attacco di panico.
Alcuni evitamenti:
- luoghi affollati, mezzi di trasporto, alcuni cibi e alcuni odori, gli alimenti mai assaggiati, ristoranti e pasti fuori casa
Che fare?
I pensieri non hanno un interruttore "off" che li possa spegnere.
La preoccupazione anticipatoria di ammalarsi e di vomitare non cambia ciò che in realtà accade, ma modifica la nostra capacità di godere e di concentrarsi su ciò che ci accade nel presente.
Il trattamento consiste nell'insegnamento di tecniche per la gestione dell'ansia e del panico e successivamente nell'affrontare gradualmente le situazioni temute ed evitate.
Come posso esserti utile?
Dopo una prima valutazione del caso che si esaurisce in genere nell'arco del primo mese, la terapia può essere divisa in più fasi:
- psicoeducazione: con l'obiettivo di fornire le informazioni relative al disturbo, alla sintomatologia e alla sua funzione
- apprendimento di tecniche di gestione dell’ansia
- ristrutturazione cognitiva rendendo meno catastrofiche le interpretazioni relative alla fobia
- esposizione graduale a situazioni ansiogene: si aiuta la persona ad entrare in contatto con gli stimoli che innescano paura, in modo progressivo partendo dallo stimolo meno fobico.
DOVE MI TROVO:
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Dottoressa Annalisa Scarpini Psicologo Ancona Cellulare.: 338 5416763 Riceve presso: Via Giannelli, 36 - 60123 | Ancona Iscritta All’Ordine degli Psicologi delle Marche Numero: 2346 |
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