L’OSPITE INDESIDERATO- UNA METAFORA PER IMPARARE A FARE SPAZIO A EMOZIONI, PENSIERI E SENSAZIONI SGRADITE
Il cortometraggio “L’ospite indesiderato” di Joe Oliver illustra con una metafora il passaggio dalla lotta al fare spazio a tutti quei pensieri, emozioni e sensazioni che non desideriamo, ma che inevitabilmente fanno parte della nostra esperienza.
Il protagonista decide di organizzare una festa con tutti i suoi amici. Tutto è pronto, gli ospiti arrivano e l’atmosfera è allegra, leggera, gioiosa.
Ma a un certo punto suona il campanello: alla porta c’è il vicino di casa, una figura sgradevole, maleducata, fastidiosa. Non è stato invitato. Nonostante ciò, entra, si serve da bere e da mangiare, infastidisce gli altri ospiti. Il protagonista lo caccia via.
La festa riprende… ma poco dopo il vicino torna. Suona di nuovo. Ancora una volta viene cacciato.
Per essere sicuro che non rientri, il protagonista decide di rimanere vicino alla porta a fare la guardia. Questo lo fa sentire più tranquillo… ma nel frattempo si sta perdendo la festa.
A quel punto, si pone una domanda importante:
“Voglio davvero passare tutta la sera così? Posso sopportare la possibilità e intanto di godermi il resto della festa?”
E così, decide di tornare dai suoi amici, con un pensiero chiaro:
“Se il vicino dovesse tornare, va bene lo stesso.”
Il vicino torna davvero… ma questa volta qualcosa è diverso. Il protagonista non cerca più di cacciarlo, né lo ignora completamente (cosa difficile!), ma sceglie di non farsi influenzare troppo.
Continua a parlare con i suoi amici, a vivere la festa.
E a poco a poco, nota alcune cose importanti:
- Anche se il vicino è presente, lui si sente comunque bene.
Certo, preferirebbe non averlo tra i piedi… ma non vale la pena sprecare energia per tenerlo lontano a tutti i costi.
- Inoltre, quando smette di combatterlo, il vicino diventa meno invadente. Rimane fastidioso, sì, ma meno insopportabile. E comincia anche a notare qualcosa di inaspettato: ha perfino un certo senso dell’umorismo, seppur un po’ rude. Qualcuno, persino, ride delle sue battute.
Il messaggio
Questa storia è una potente metafora del rapporto che abbiamo con le nostre emozioni, pensieri e sensazioni indesiderate.
Quello che spesso cerchiamo di fare è cacciarle via, evitare di sentirle, controllarle. Ma così facendo le alimentiamo e ci allontaniamo dalla vita che vorremmo vivere.
Stare sempre “di guardia” ci fa perdere esperienze significative: relazioni, progetti, sogni.
Imparare a fare spazio a ciò che ci infastidisce – senza doverlo approvare o accettare passivamente – significa scegliere dove vogliamo andare, nonostante ciò che proviamo.




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