Dott.ssa Annalisa Scarpini
Il lutto nella demenza.Come spiegare al proprio caro, malato di Alzheimer, la morte di un familiare.7/8/2016 Molti familiari si pongono questo interrogativo: cosa fare di fronte ad un lutto di un familiare, per esempio il coniuge, di una persona con demenza? E' meglio parlarne al proprio caro o lasciarlo tranquillo magari dicendogli qualche bugia per proteggerlo? La demenza colpisce il funzionamento cognitivo e nell'immaginario si pensa che, senza dover turbare il proprio caro, si dimenticherà piano piano della persona che è venuta a mancare senza bisogno di dovergli rivelare il lutto. In realtà la perdita di una persona cara può essere sentita anche a livello somatico ed emotivo, sopratutto se la persona che è venuta a mancare è un coniuge o un figlio. Ci potrebbe essere nel malato la sensazione che qualcosa non va, che manchi qualcosa o qualcuno, sentire nel corpo la mancanza di vicinanza e un cambiamento nella routine. La parola morte, nelle fasi più avanzate della demenza, può perdere il significato condiviso ma nonostante ciò la sensazione che qualcosa è cambiato, che manca nella casa una presenza può esserci e anche la capacità di emozionarsi e piangere. Di seguito sono riportati alcuni suggerimenti per comunicare il lutto
Dott.ssa Annalisa Scarpini, psicologo clinico. Riceve ad Ancona
4 Comments
Tina
15/3/2017 06:01:20
Salve. Assisto una persona che oggi compie cento anni. Non gli è stato detto che la moglie è morta l'anno scorso, a maggio. Possibile che la sua lunga vita sia dovuta all'attesa di questa donna?
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Annalisa Scarpini
15/3/2017 10:57:56
Buongiorno Tina,
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Eufemia Pignatelli
16/2/2021 19:24:53
Mio padre ha 83 anni, è immobile in un letto da una decina d'anni e da qualche settimana mi chiede dov'è la mamma morta 17 anni fa. Gli ho detto che è morta, ma si è rattristato molto, allora ho provato a fargli un discorso religioso, a mio pare più confortante. Gli ho scritto, siccome non sente più, che è in Paradiso con Gesù, ma mi ha chiesto che significa
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Tina
2/10/2022 23:24:12
Mio fratello medico cardiologo anni 60, 5 anni fa dopo la morte di nostro padre , si sente indirettamente responsabile. Comincia a cambiare . Si aggiungono altri lutti e stigma della gente. Curava tanti pazienti, era bravo molto.
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