La depressione nell'anziano è stata spesso sottovalutata, non diagnosticata e di conseguenza non curata. La difficoltà nell'individuazione di questo disturbo può essere dovuta al fatto che, spesso, alcuni sintomi come insonnia, problemi di concentrazione, insoddisfazione, riduzione dell'appetito sono spesso associati ad una normale vecchiaia. La persona anziana d'altro canto, difficilmente si lamenta per il suo umore ma per sintomi medici. Questo avviene perchè uno dei pregiudizi comuni da cui spesso si viene influenzati è che è normale per un anziano essere triste. I possibili fattori di rischio: Biologici: lieve decadimento cognitivo, problemi di salute, predisposizione alla depressione Psicologici: scarsa autostima, perdita delle capacità relazionali Sociali: solitudine, povertà, riduzione delle relazioni, perdita dell'autonomia, pensionamento Eventi di vita stressanti es. lutti. Alcune caratteristiche: Umore: Triste, preoccupato, irritabile. Perdita di interesse per gran parte delle cose che prima interessavano, difficoltà di concentrazione, scarsa autostima, contenuto di pensiero negativo, indecisione, senso di colpa. Comportamento: Rallentamento o agitazione psicomotoria, facilità al pianto, ritiro sociale, dipendenza. Aspetti somatici:Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), riduzione o aumento dell’appetito, calo o incremento del peso, turbe gastrointestinali. Molti anziani non chiedono aiuto ad uno psicologo o a uno psichiatra. Questo avviene per paura di essere valutati come mentalmente compromessi, perchè temono l'istituzionalizzazione o/e perchè pensano che ormai arrivati ad una certa età sia normale sentirsi così e non vale la pena spendere dei soldi o spostarsi da casa per stare meglio. Molti credono che ogni nuova attività sia troppo difficile e si reputa troppo vecchio per cambiare. E' importante inoltre effettuare una buona diagnosi differenziale tra pseudodemenza e demenza. Spesso un lieve decadimento cognitivo può essere causato da un disturbo di natura depressiva e,in questo caso, si utilizza il termine “pseudodemenza”oppure può indicare l'esordio di una forma di demenza. Bibliografia: Curare la depressione negli anziani. Lucio Bizzini, Vera Bizzini e Christine Favre. Franco Angeli 2009
0 Comments
Assistere in modo continuativo una persona affetta da demenza può portare ad una serie di problematiche come depressione, stress, ansia, difficoltà di concentrazione al lavoro e insonnia.
La "sindrome da Burnout" si verifica quando l'assistenza diventa tale da portare come a logorarsi ed esaurirsi e questo può avvenire quando il livello di stress diviene elevato. Quando parliamo di stress ci si riferisce ad una risposta dell'organismo ad una richiesta. In situazioni di elevato stress non si vedono più alternative di risposta, nè un sostegno esterno ed emergono sintomi fisici e emotivi. Il caregiver della persona affetta da demenza si trova spesso solo di fronte ad un'assistenza impegnativa, con poco tempo per se stesso, per le relazioni sociali e per il proprio benessere psicologico. Alcune ricerche hanno osservato che:
Davanti al dolore per la malattia di un proprio caro, la propria salute passa in secondo piano e chi assiste ha difficoltà ad esternare il proprio disagio ma un intervento psicologico tempestivo può risultare efficace in particolar modo se in passato ci sono già state problematiche psicologiche. Alcune ricerche hanno valutato positivamente i seguenti interventi: 1. Fornire al caregiver materiale sulla malattia, i sintomi cognitivi e comportamentali e su come gestirli nel quotidiano. 2. Condivisione di strategie per gestire i comportamenti problematici 3. Insegnare pratiche di gestione dello stress e dell'ansia (tecniche di rilassamento) 4. Insegnare come migliorare la comunicazione in famiglia e l'assertività (imparare a dire no e ad esprimere i propri diritti) 5. Elaborare ed accettare la sofferenza ed il lutto. Bibliografia: End-of-Life Care and the Effects of Bereavement on Family Caregivers of Persons with Dementia. Richard Schulz, Aaron B. Mendelsohn, William E. Haley, Diane Mahoney, Rebecca S. Allen, Song Zhang, M.S., Larry Thompson, and Steven H. Belle. N Engl J Med 2003; 349:1936-1942 L'assistenza alle persone anziane, all'interno di strutture, è stata per molto tempo concepita con l'obiettivo di contrastare la solitudine e rispondere ai bisogni della perdita dell’autosufficienza. Negli ultimi 40 anni gli approcci si sono modificati e hanno cercato di adattarsi alle esigenze degli utenti. L'approccio riabilitativo mira a ripristinare la funzione trattata attraverso la riabilitazione motoria e neuropsicologica. Negli anni 80, Noemi Feil sviluppa l'approccio validante utilizzato in 30 mila strutture assistenziali (Stati Uniti, Canada, Europa e Australia). Questo metodo ha il merito di rivoluzionare gli approcci precedenti. Si inizia a parlare del concetto di accettazione degli anziani così come sono nel qui e ora e a comprendere i sentimenti che sottostanno a determinati comportamenti. Agli operatori viene insegnato ad accettare, comprendere e condividere quello che l'anziano vive dentro di sè senza giudicarlo ma rispondendo in maniera empatica nella relazione. Negli anni 80, Tom Kitwood ha proposto un nuovo approccio di cura centrato sulla persona. Per l'autore l’ambiente sociale (costituito dalle relazioni che la persona con demenza ha e il suo ambiente di vita) va a influenzare la persona stessa. Per questo individua quei fattori non biologici che esercitano influenze negative sulla malattia e li valuta con uno strumento da lui creato: Dementia Care Mapping. Seconndo Tom Kitwood la Demenza si può rappresentare con la sequente equazione: Demenza = NI (danno neurologico)+ H (stato di salute) + B (biografia)+ P (personalità) + SP (ambiente/relazioni). Ogni fattore ha la stessa influenza per decretare il grado di demenza. Alla fine degli anni 90, Moyra Jones ha proposto un modello di assistenza all’anziano detto «approccio protesico» o « GentleCare». L'obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita della persona e compensare i deficit cercando di mantenere per più tempo possibile le funzionalità residue. Secondo Moyra Jones ciò può essere fatto andando a modificare l’ambiente, i programmi e le persone che si rapportano con l'anziano portandoli ad adattarsi al deficit dell'utente. La progettazione dell'ambiente diventa quindi una parte integrante della qualità dell'assistenza. Un ambiente confortevole, sicuro, tranquillo, esteticamente curato e simile all'ambiente domestico è quello che si dovrebbe ritrovare nelle strutture che si occupano di anziani. Negli ultimi 15 anni Pietro Vigorelli sviluppa un nuovo approccio detto capacitante dove viene data importanza sopratutto alle parole. Un ambiente capacitante sostiene l'anziano nelle sue attività lasciandolo libero di fare ciò di cui è capace così come riesce senza essere corretto e giudicato. Inoltre, attraverso l'ascolto, l'osservazione e l'utilizzo di tecniche capacitanti si ha l'obiettivo di costruire una relazione in cui l'ospite venga riconosciuto come un interlocutore valido con l'obiettivo di far parlare l'anziano il più a lungo possibile e così come riesce. La terapia della rimotivazione è una tecnica cognitivo-comportamentale (Janssen e Giberson,1988) che può essere svolta individualmente o in gruppi da 6 - 8 partecipanti. Le sedute sono settimanali. I destinatari: anziani con lieve decadimento cognitivo, anziani che si sentono soli, persone con depressione o altri disturbi psichiatrici, persone con lieve ritardo mentale. Nel corso delle sedute vengono proposti temi d'attualità, articoli di giornale, articoli scientifici/naturalistici, articoli di riviste, brani di letteratura e poesie. Il materiale viene scelto dal conduttore in base agli interessi dei partecipanti o agli argomenti suggeriti dagli stessi. Dopo la lettura i partecipanti vengono stimolati alla discussione. L'obiettivo: promuovere gli interessi, le interazioni nel gruppo e contrastare l’isolamento. La tecnica della rimotivazione si basa su 5 fasi: Il clima di accettazione : ogni partecipante deve sentirsi libero di potersi esprimere senza temere il giudizio degli altri. L'atmosfera deve essere rilassata. All'inizio di ogni seduta l'operatore saluta ogni membro del gruppo e cerca di stabile un clima accogliente e caldo. Ponte con la realtà: l'operatore introduce l'argomento del giorno scelto in base agli interessi e ai bisogni del gruppo. Viene letto l'articolo, la poesia o il brano per supportare l'argomento e stimolare l'immaginazione e i ricordi. Condividere l'argomento in gruppo: I partecipanti condividono le proprie conoscenze sul tema in modo generale e non personale. Condividere le proprie esperienze: la discussione si sposta verso le esperienze soggettive, le opinione, e i valori. L'operatore deve rimanere obiettivo e non giudicante. Non ci possono essere né risposte giuste né sbagliate. Apprezzamento finale: i partecipanti vengono ringraziati per i loro contributi personali. In chiusura viene fornita dall'operatore una sintesi di quello che è stato detto. I partecipanti vengono invitati a suggerire temi futuri. Bibliografia: Remotivation Therapy and Huntington's Disease.Sullivan, Florinda R. Bird, Edward D.Alpay, Menekse Cha, Jang-Ho J. La terapia di orientamento alla realtà è stata creata da Folsom nel 1958 e nasce come trattamento rivolto a gruppi di pazienti affetti da quella che prima veniva chiamata confusione senile. L’obiettivo è l’orientamento alla realtà, la socializzazione e l'interazione fra i partecipanti. Attualmente è uno degli interventi psicologici più diffusi e conosciuti che vengono utilizzati per soggetti con demenza lieve e moderata. Questa tecnica comprende due modalità terapeutiche:
La R.O.T. si rivela maggiormente efficace quando il training formale è associato a quello informale. Così si garantisce una stimolazione costante nell’arco della giornata. La ROT informale prevede un processo di stimolazione continua. I familiari, gli operatori sanitari ecc. forniscono ripetutamente informazioni al soggetto nelle 24 ore in base agli argomenti trattati nel gruppo. Se i due tipi di ROT non vanno in parallelo si produrrà confusione al soggetto. Per garantire un lavoro sincrono dovranno essere svolte delle riunioni tra gli operatori della ROT formale e chi si occuperà della ROT informale. La persona viene rinforzata attraverso LODI (condizionamento classico) o piccoli premi ogni volta che si ricorda di utilizzare un ausilio esterno ( calendario, agenda) Tale apprendimento diverrà così automatico. Si tratta di una tecnica utile per il deterioramento lieve perché presuppone una preservazione di certe abilità cognitive. Altre tecniche di memorizzazione sono la visualizzazione, l’associazione, la categorizzazione e la ripetizione. Bibliografia: Bianchin, Faggin "Guida alla valutazione e al trattamento delle demenze nell'anziano" Strumenti e tecniche per l'operatore. Franco Angeli. La terapia della reminiscenza (RT) è un trattamento psicologico che prevede la discussione di attività passate, eventi e esperienze, con la persona o un gruppo di persone Questo trattamento nasce negli Stati Uniti, negli anni 60 grazie al Dottor R. Bluter. Il laboratorio di reminiscenza utilizza, per favorire il riemergere dei ricordi, video, musica, immagini, libri di storia, oggetti, fotografie, articoli, letture. Alcuni studi hanno evidenziato la sua efficacia nel migliorare l'umore nelle persone anziane senza demenza. Le persone con demenza riescono a rievocare in alcune fasi della malattia i ricordi della loro infanzia e giovinezza provando piacere nel raccontarli. L'operatore deve prestare attenzione alla conversazione che va sempre tarata sulla persona e sui suoi deficit cercando di non farla sentire in difficoltà in caso non dovesse ricordare ed evitando argomenti o domande difficili da comprendere o dolorose per questo è importante conoscere la persona e aver parlato con i familiari prima di iniziare questo tipo di attività. I laboratori di riminiscenza vanno incontro alla normale tendenza dell'anziano di rievocare ricordi del passato e permettono di dare voce e rivivere frammenti della propria vita, un ascolto attento ed un interesse partecipe sembrano influenzare l'umore della persona in senso positivo e migliorare l'autostima. Gruppi reminiscenza I gruppi sono di solito formati da un massimo di 5-6 partecipanti, per permettere a tutti di essere coinvolti, evitare confusione e permettere all'operatore una buona conduzione. E' importante che sia presente un livello cognitivo omogeneo. Di solito i gruppi sono rivolti ad anziani sani e anziani con un decadimento cognitivo (demenza) dove ancora ci sia la capacità di rievocare e conversare senza far sentire la persona a disagio o frustrata. Gli incontri si svolgono con una cadenza settimanale. In ogni incontro devono essere presenti ausili (immagini, video, oggetti ecc.) che permettano di migliorare la rievocazione. Individualmente Viene affrontata la storia di vita della persona, dove vengono raccontate cronologicamente gli episodi significativi. Alcuni esempi Le persone possono essere incoraggiate a raccontare le esperienze importanti della propria vita e a scriverle attraverso l'uso di fotografie e album da condividere con il gruppo. Tra gli argomenti possono essere scelti periodi storici particolari come il periodo della guerra, del terremoto ecc. Oppure eventi come il matrimonio, la nascita dei figli, il lavoro, la scuola, l'innamoramento, gli sport praticati, le vacanze, le festività. Ogni giornata viene dedicata ad un argomento. Il metodo Validation nasce grazie a Naomi Feil che tra il 1963 e il 1980 ha elaborato questo nuovo approccio. La terapia di validazione viene utilizzata per comunicare con gli anziani disorientati aiutandoli a riconoscere i loro sentimenti e le loro emozioni. I benefici della terapia di validazione sono: • Ripristino dell' autostima • diminuzione dell'isolamento • promozione della comunicazione e interazione con altre persone • riduzione dello stress e dell'ansia • assistenza nella risoluzione dei compiti di vita quotidiana • mantenimento di una vita indipendente il più a lungo possibile (Neal e Briggs, 2003). Alcuni esempi pratici Quando un paziente con demenza vive in un altro tempo e in un altro luogo può essere utile validare le emozioni e i pensieri sui problemi che sta vivendo in quel momento anche se non appartengono al "qui e ora". Un esempio: una donna diventa agitata ogni giorno alle ore 13:00 perché crede che sua madre la sta per venire a prendere. Le persone vicino/ gli operatori le dicono che sua madre non è più viva. Questo tipo di risposta aumenta l'agitazione e la tristezza. Con un addestramento all'approccio validante il personale/familiari sono stati in grado di riconoscere i pensieri e sentimenti (anch'io sarei agitato se sapessi che mi stanno venendo a prendere). Tecniche Validanti per le prime fasi del deterioramento:
Si è visto che cercare di ragionare con la persona non migliora la situazione. L'ascolto e il provare a comprendere i bisogni dell'altro sembra essere invece una tecnica più efficace! Tecniche Validanti per la fase moderata del deterioramento:
Per esempio: "Una donna che cerca i suoi bambini e deve andare a casa a cucinare. Alcune persone che non conoscono la tecnica validante potrebbero rispondere:
Parleremo della casa quando qualcuno vuole andare a casa o dell’amore quando qualcuno ci dice che suo marito l’aspetta. Tecniche Validanti per il deterioramento grave :
- Entrare in rapporto con il tatto; - Cercare di stabilire un contatto visivo, anche se è difficile; - Usare un tono di voce naturale e rassicurante; - Collegare il comportamento al bisogno; - Utilizzare la musica. Bibliografia: "Le opportunità di applicazione del Metodo Validation® nelle diverse fasi del disorientamento” Siviero Cinzia, Maracchi Ilaria, Mosetti D’Henry Francesco, Tonetto Miriam Fondazione Castellini ONLUS Melegnano (MI), ASP ITIS Trieste Vivere con una demenza può avere un grande impatto emotivo, sociale, psicologico e pratico nella vita della persona che ne è affetta. Le prime fasi della malattia vengono descritte dalle persone con Alzheimer come una serie di perdite dove adattarsi risulta difficile. Ci sono molti altri fattori, oltre ai sintomi della demenza, che svolgono un ruolo nel plasmare la malattia come:
Ogni persona è unica, con la propria storia di vita, la sua personalità, simpatie e antipatie. 'E importante provare a concentrarsi su ciò che la persona ancora è e non su ciò che potrebbe aver perso e su ciò che la persona sente, piuttosto di ciò che ricorda. Le demenze possono portare alla perdita di:
Comunicare: le persone con demenza spesso sperimentano difficoltà di comunicazione ad esempio problemi nel trovare la parola giusta o nella comprensione di una conversazione. Ciò può causare un ritiro dalle situazioni sociali per paura di non essere adeguati al contesto. Alcuni consigli: parlare lentamente e usare parole semplici e portare attenzione al tono di voce. Cercate di mantenere il contatto visivo. Evitare movimenti bruschi e espressioni facciali di tensione in quanto questi possono causare disturbi o disagi. Assicurarsi che la persona sia inclusa nelle conversazioni cercando di non parlare a nome loro o completando le loro frasi. Ascoltare la persona. Rimuovere le distrazioni come il rumore di fondo nel corso delle conversazioni e cercare di comprendere il significato che stanno cercando di trasmettere. Evitare di fare troppe domande dirette. Indipendenza: una persona con demenza può gradualmente perdere la propria autonomia e fare sempre più affidamento sulla cura e il sostegno delle persone che le stanno attorno. Questo può essere un cambiamento difficile e molto doloroso da accettare. E 'importante sostenere la persona a fare da solo le cose che riesce a fare. Questo aumenta il benessere della persona e aiuta a accrescere la fiducia e la stima di sé. La persona può non volere aiuto perché non accetta che le cose siano diventate più difficili per lui. Questo può significare permettere alla persona con demenza, entro limiti ragionevoli, di fare delle cose a modo suo anche se non vengono bene come prima. Tuttavia, gli accompagnatori dovranno bilanciare eventuali problemi di sicurezza e il desiderio di sostenere la persona. Consigli: Fare le cose insieme: cercare di fare le cose con la persona piuttosto che per la persona. Offrire aiuto in modo solidale. Cercate di essere pazienti, non avere fretta, offrire rassicurazione, lodi e incoraggiamento. Cercare di adattare i compiti alle difficoltà e al livello cognitivo. Il processo decisionale: Una persona con demenza può perdere la capacità di prendere certe decisioni (ad esempio scelte finanziarie). Le persone affette da demenza dovrebbero essere sostenuti a prendere decisioni anche piccole che riguardano la loro persona il più a lungo possibile. Impatto psicologico ed emotivo della demenza: Una diagnosi di demenza può avere un enorme impatto sulla vita di una persona. Alcune emozioni che si provano sono: dolore, perdita, rabbia, paura, incredulità e anche sollievo. Possono avere paura del futuro, paura dei momenti di confusione e delle dimenticanze e arrabbiarsi con coloro che li circondano. Consigli: cercare di capire come la persona si sente. Non respingere le preoccupazioni che riporta ma ascoltarle e mostrare loro di esserci. Provare a vivere il presente e cercare di non spendere troppo tempo a pensare a ciò che sarà il futuro. Emozioni e sentimenti: Le persone con demenza spesso sperimentano cambiamenti nelle loro risposte emotive. Essi possono avere meno controllo sui loro sentimenti e il modo in cui li esprimono. Per esempio, qualcuno può essere più irritabile o soggetto a rapidi cambiamenti d' umore o reagire in maniera eccessiva alle cose. Una parte di queste modificazioni sono causate da danni al cervello. E' importante guardare al di là delle parole o dei comportamenti e cercare di comprendere i sentimenti che la persona potrebbe cercare di esprimere. Forti emozioni possono essere causati anche da bisogni insoddisfatti. La fiducia e la stima di sé: La demenza può indurre la persona a sentirsi insicura e perdere la fiducia in se stessa e nelle proprie capacità. Alcuni anziani possono percepire di non essere più in controllo e che non possono fidarsi del proprio giudizio. Inoltre, alcune persone subiscono gli effetti dello stigma sociale dovuto all'etichetta di "persona con demenza" che porta ad essere trattato in modo diverso dalle persone a causa della loro diagnosi. Consigli: festeggiare i successi e concentrarsi sugli aspetti positivi. Evitare dure critiche o commenti sprezzanti. Aiutare le persone a mantenere i rapporti sociali esistenti e crearne di nuovi. Identità: i pensieri e le emozioni che derivano dalla valutazione di noi stessi sono modellati da molte cose, tra cui le relazioni, i ruoli nella famiglia e nella comunità, gli hobby e la professione. Le modificazioni indotte dalla demenza possono determinare un cambiamento nel senso di identità. E 'importante che le persone intorno alla persona con demenza siano consapevoli di questo, in quanto sono in grado di influenzare come la persona si vede. Cambiamenti nel comportamento: le persone con demenza spesso si comportano in modo diverso man mano che la malattia progredisce. Per esempio, può diventare agitata, gridare, diventare sospettoso degli altri, fare più volte la stessa domanda. Questi comportamenti possono verificarsi anche quando la persona ha un bisogno che non viene colmato e ha difficoltà nel comunicarlo. Il comportamento ha sempre un senso per la persona. Potrebbe essere un dolore, sete o fame, una minaccia, un senso di frustrazione o la noia. E 'importante capire perché la persona si comporta in questo modo e cercare di individuare quali bisogni sono stati trascurati. Relazioni, ruoli e responsabilità: I nostri rapporti con le persone intorno a noi sono un elemento centrale della nostra identità. I rapporti spesso cambiano quando qualcuno ha una demenza. Le persone affette da demenza possono sentirsi isolate o evitate da coloro che le circondano. Possono perdere il contatto con amici e familiari, che potrebbero aver paura di non sapere come relazionarsi con loro. Gli operatori e i familiari possono contribuire sostenendo le relazioni esistenti e incoraggiando la continuazione e la partecipazione a gruppi e attività. Anche con il progredire della malattia molti elementi positivi delle relazioni (ad esempio l'affetto reciproco) rimangono. |
CONTATTITel.3385416763 Rimani aggiornato e continua a leggere gli articoli e le novità su Facebook:
|