Dott.ssa Annalisa Scarpini- Psicologo Ancona
Lo stress può essere considerato una risposta adattativa a situazioni ambientali percepite come pericolose a cui il corpo risponde attraverso la produzione di ormoni e neuro-trasmettitori. Un'attivazione ripetuta di questo circuito può portare ad uno stato di iperattivazione adrenalinica che nel tempo può portare ad indebolire il sistema immunitario e cardiovascolare. Alla fine degli anni ’70 il termine Burnout è stato utilizzato per indicare una forma particolare di stress lavorativo specifico delle professioni di aiuto (infermieri, medici, psicologi, insegnanti/educatori, assistenti sociali, poliziotti, vigili del fuoco, psichiatri, operatori socio-sanitari etc.). Le professioni d'aiuto richiedono infatti un continuo confronto con la sofferenza che in alcuni casi può diventare insostenibile per il forte impegno sul piano emotivo. Burnout: sintomi fisici che più spesso si presentano : •Stanchezza e facile esauribilità •Insonnia e aumentato bisogno di dormire •Alterazioni del ritmo circadiano •Disturbi gastrointestinali •Dolori (viscerali, muscolari, cefalea) •Crisi di affanno •Vertigini e capogiri Burnout: sintomi psicologici •Stato di costante tensione emotiva •Ansia e irritabilità •Senso di frustrazione •Demoralizzazione e/o depressione •Sentimenti di fallimento •Apatia e noia Burnout: comportamenti messi in atto •Distacco emotivo e/o cinismo •Ritardi sul lavoro, assenteismo, turnover •Trattare i pazienti come fossero oggetti •Reazioni negative verso i familiari dei pazienti e verso i coleghi •Oppositività all’ambiente e difficoltà nelle relazioni interpersonali •Uso di sostanze (farmaci e alcol) A differenza di una condizione generica di stress, il burnout è una condizione prolungata nel tempo che tende a cronicizzarsi e che difficilmente è superabile autonomamente. Il burnout si sviluppa attraverso una serie di fasi: 1)FASE DELL’ENTUSIASMO: caratterizza gli esordi della carriera in ambito sanitario dove sono spesso presenti forti spinte altruistiche che porteranno ad entrare a stretto contatto con la sofferenza altrui. 2)FASE DELLA STAGNAZIONE: questa fase è caratterizzata dalla delusione per gli obiettivi non raggiunti . 3)FASE DELLA FRUSTRAZIONE: c'è una percezione del proprio fallimento, dal quale non si riesce a vedere una via d’uscita, e ciò è all’origine di una condizione depressiva.L'operatore pensa di non essere più in grado di aiutare nessuno e rischia di rivolgere la propria aggressività verso l’utenza dimostrando una totale assenza d’empatia e di disponibilità. 4)FASE DELL’APATIA: si caratterizza per un totale disinvestimento dalla professione sanitaria, per cui l’atteggiamento verso i colleghi e i pazienti diventa distanziante e apatico. Questa fase porta al burnout vero e proprio. L’operatore percepisce un senso di inadeguatezza rispetto alle proprie capacità di stabilire una relazione d’aiuto, arrivando a vivere una condizione di fallimento personale. Prevenire il burnout è possibile grazie a: L’informazione che mira a far conoscere questo fenomeno e ad offrire utili consigli per prevenirlo; La formazione e la supervisione attraverso esperienze di gruppo o discussione di casi . Interventi specifici attraverso la strutturazione, in base alle esigenze organizzative, di programmi anti stress studiati sulla mansione lavorativa.
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Aprile 2020
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