Oggi ci troviamo a vivere in un momento difficile della nostra epoca. La pandemia da Coronavirus ha fatto crescere l'incertezza nelle nostre vite e, per chi già soffriva di DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo ) o aveva una vulnerabilità ma non dei sintomi ben presenti, questa situazione potrebbe aver incrementato il bisogno di rassicurazione e certezza .
Sono tanti i dubbi che ogni giorno attraversano la nostra mente. I media e gli scienziati ci invitano ogni giorno a lavarci frequentemente le mani, ad evitare di toccarci il più possibile il volto e di tenerci a distanza dagli altri. Ciò fa crescere l'ansia e, in alcune persone, anche l'insorgere di altri dubbi:
Che fare? Dobbiamo differenziare i pensieri e cercare di individuare quelli catastrofici dovuti ad una forte ansia e paura che spingerebbero a mettere in atto comportamenti eccessivi come lavarsi le mani per troppo tempo e di continuo anche quando non è necessario. Ad esempio, se andiamo a fare una passeggiata da soli sotto casa e quando torniamo nell'abitazione le nostre preoccupazioni potrebbero motivarci ad andare direttamente in bagno e lavarci le mani per venti secondi con acqua e sapone, stiamo mettendo in atto un comportamento corretto, proprio come l'organizzazione mondiale della sanità suggerisce. Ma se dopo essermi lavato le mani accuratamente, mi venisse il dubbio che magari non sono state lavate bene e tornassi in bagno a lavarle ? e se il dubbio tornasse e senza essere entrato in contatto con qualcosa, avessi la sensazione di essere sporco? Questi ultimi pensieri portano a generare ulteriore dubbio e angoscia e fanno si che la persona entri in un circolo vizioso dove le cose contaminate possono essere tante e anche nella propria casa e a mettere in atto comportamenti di pulizia continui allo scopo di eliminare ogni dubbio. Per esempio: dopo essere uscito mi sono cambiato gli abiti e ho appoggiato la maglia che indossavo su un mobile. Il punto dove l'ho appoggiata si potrebbe essere contaminato. Allora qualunque cosa poi venga appoggiata li si potrebbe contaminare .. In questo momento di incertezza, è facile per le persone ansiose diventare molto attente e controllate in maniera eccessiva, ma questa strada non porta alla sicurezza ma ad accrescere ancora di più il bisogno di controllo. Se la situazione sembra diventare invalidante non esitare a chiedere aiuto ad un professionista, ti potrà aiutare a riconoscere i pensieri ossessivi e a poter stare con un pò di incertezza e farle spazio dentro di te.
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Il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo implica imparare a convivere con dubbi e incertezze. Un approccio terapeutico che aiuta a raggiungere questo obiettivo è l' esposizione con prevenzione della risposta (ERP) per il DOC . L' ERP consiste in due parti: 1) esposizione e 2) prevenzione della risposta. Per esposizione si intente esporsi alla situazione temuta che genera ansia. Le esposizioni non sono effettuate casualmente, ma avvengono in modo programmato e gerarchico e hanno come target lo stimolo generatore di ansia. E' per questo sconsigliato improvvisare esposizioni senza la guida di un professionista. Per prevenzione della risposta ci si riferisce al consentire all'ansia di diminuire in modo naturale dopo l'esposizione, senza allontanarla con rituali /compulsioni tranquillizzanti. I rituali mentali possono includere rassicurazione di sé, preghiere, pensare a delle parole specifiche e ripeterle nella mente. Anche l'evitamento è considerato un rituale. I rituali comportamentali sono per esempio il lavaggio delle mani, la ripetizione di gesti, la ripetizione di parole, il mettere in atto dei comportamenti che per il soggetto possono ridurre la minaccia. Le esposizioni si presentano in due forme: esposizione in vivo ed esposizione in immaginativa. In vivo. Implica l'esposizione diretta alle situazioni temute nella vita reale . Esempio. La minaccia è toccare qualcosa di sporco come maniglie delle porte, interruttori della luce, bidoni della spazzatura, animali e servizi igienici L'obiettivo è affrontare la paura senza mettere in atto rituali tranquillizzanti. Ciò significa che dopo aver toccato questi oggetti contaminati, la persona si asterrebbe dal lavarsi le mani, usare il disinfettante per le mani, ottenere rassicurazione, rivedere mentalmente le ragioni per cui va bene non lavarsi o fare qualsiasi altra cosa per neutralizzare il pericolo percepito della situazione. Esposizione immaginativa L'esposizione immaginativa comporta il confronto diretto con i pensieri temuti e le conseguenze temute usando l'immaginazione. Le persone di espongono agli scenari ansiogeni più e più volte nelle loro menti fino a quando l'intensità della loro risposta all'ansia è ridotta. Ciò è utile ad affrontare i tuoi pensieri indesiderati in modo diretto e non evitante. Ad esempio. Una persona con DOC che ha pensieri sessuali indesiderati sui bambini. La minaccia è essere un pedofilo. Lo scenario in immaginativa dovrebbero includere anche altre paure che potrebbero affiancare quella di essere un pedofilo come: ciò che la tua famiglia potrebbe pensare di te, vedere la tua foto sul giornale , andare in prigione, perdere il rispetto di tutti quelli che conosci. A volte queste conseguenze temute possono evocare emozioni ancora più forti delle emozioni legate all'atto temuto stesso. Immaginare che minaccia temuta è avvenuta significa farlo dettagliatamente includendo per esempio l'espressione sul viso del tuo coniuge quando l'ha scoperto. Cosa ha detto? Com'è stato il primo giorno in cui sei entrato in prigione? Cosa ti ha detto tua figlia ? Attenzione però, quando raggiungerai il punto in cui le esposizioni ti causano meno ansia, il DOC probabilmente proverà a ingannarti dicendo: "Ah! Vedi, ciò non ti rende più nemmeno ansioso o disgustato. Questa è la prova che sei insensibile e che sei capace di fare cose terribili! L'essere seguiti nel trattamento da un terapeuta è fondamentale per poter realizzare delle corrette esposizioni e per poter gestire momenti difficili nel percorso di riduzione del disturbo ossessivo compulsivo. Molte persone affette da DOC vorrebbero la certezza della certezza. Le prime concezioni del DOC risalenti al 19 ° secolo, hanno riconosciuto direttamente questo problema, infatti il disturbo ossessivo compulsivo era spesso definito "la malattia del dubbio". È questo bisogno di certezza, la necessità di eliminare il dubbio, che porta molte persone con disturbo ossessivo compulsivo a comportamenti ripetitivi, che sono conosciuti come rituali. Ad esempio, è il dubbio: - " le mie mani siano sufficientemente pulite???" ad indurre a compiere ripetuti rituali di lavaggio delle mani . Allo stesso modo, l'incertezza sul fatto che una stufa sia stata spenta e la preoccupazione delle conseguenze potenzialmente disastrose, può essere alla base dei rituali di controllo . L'incapacità di tollerare il dubbio può essere devastante. Questo può lasciare una persona bloccata in un pantano morale che fa sentire senza speranza. Sfortunatamente, i rituali non forniscono mai una soluzione a lungo termine. Anche se a volte possono essere utili per ridurre i dubbi al momento. Il dubbio, infatti, tornerà e diventerà più forte, i rituali diventeranno meno efficaci nel ridurre l'ansia nel tempo e i sintomi cresceranno. La verità è che la certezza è sempre un miraggio. Non possiamo mai avere completa certezza. Non possiamo mai cancellare tutte le tracce di dubbio. Noi viviamo in un mondo dove tutto è possibile. Ma possiamo imparare a vivere con il dubbio. Quando guidiamo, siamo sicuri che arriveremo a destinazione? Ovviamente no. Eppure molti di noi si assumono questo rischio senza nemmeno pensarci. È probabile che, se ci pensi veramente, puoi identificare molti esempi di questo tipo. Se sei una persona affetta da DOC, puoi imparare a rafforzare la tua tolleranza all'incertezza attraverso la prevenzione dell'esposizione e della risposta (ERP). Come funziona ERP- esposizione con prevenzione della risposta?? Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi inquietanti ansiogeni. Le compulsioni (anche conosciute come "rituali") sono le strategie che gli individui con disturbo ossessivo compulsivo usano per ridurre l'ansia associata alle ossessioni. I rituali sono efficaci a breve termine, in quanto portano a una diminuzione abbastanza rapida dell'ansia. Tuttavia, sono considerati disadattivi, perché il sollievo dall'ansia che portano è di breve durata e fanno si che i rituali vengano ripetuti nel tempo. Uno dei trattamenti con maggior efficacia per il disturbo ossessivo compulsivo è la "l'esposizione con prevenzione della risposta (ERP)" , che è costituito da due componenti principali: 1) esposizione e 2) prevenzione della risposta. La prevenzione della risposta si riferisce a eliminare i rituali, mentre l'esposizione si riferisce all'inserimento volontario di situazioni che possono scatenare ossessioni. La prevenzione della risposta è la componente critica del "cortocircuito". Quando si implementa la prevenzione della risposta regolare, le ossessioni non sono più rinforzate e alla fine diminuiscono in frequenza e intensità. Più esposizioni si completano, più il ciclo di feedback positivo si degrada. Idea sbagliata 1: l'ansia fa male e non bisogna averla. In realtà, provare ansia è qualcosa di normale e funzionale. Non si può non provare ansia. L'ansia motiva e aiuta a prepararti sufficientemente per un esame o a migliorarti nel tuo lavoro. L'ansia per le cose pericolose può salvarti la vita. Certo, non tutta l'ansia è buona o funzionale. Alcuni picchi di ansia si verificano senza una buona ragione e non hanno un lato positivo. Questi falsi allarmi ci fanno sentire male senza motivo. Il disturbo di panico è l'esempio perfetto di questo. L'obiettivo del trattamento dell'ansia non è quello di eliminare l'ansia, ma piuttosto di ricalibrare il sistema in modo che ci siano meno falsi allarmi,. Quando finisci il trattamento per l'ansia, avrai comunque ansia. Semplicemente non sarà al centro della tua vita come ora. Idea sbagliata 2: l'evitamento è una soluzione efficace per l'ansia. Non si può negare che l'evitamento è una soluzione efficace per ridurre l'ansia. Tuttavia, gli effetti ansiolitici dell'evitamento sono di breve durata e hanno un costo elevato. Il ricorso all'evitamento come strategia può ridurre l'ansia a breve termine, ma aumenta drammaticamente l'ansia a lungo termine. Perché succede? In sostanza, l'evitamento ci fa credere che se non avessimo evitato, tutto quello che di peggiore ci eravamo immaginati sarebbe successo. Per esempio: "I germi sono ovunque. Se eviterò di toccare la maniglia sporca, non mi ammalerò. " L'evitare la maniglia impedisce di entrare in uno stato emotivo ansiogeno, dando nell'immediatezza sollievo. Tuttavia, l'evitamento rafforza la convinzione che le maniglie delle porte siano pericolose (anche se non lo sono). Più evitiamo, più distorciamo le nostre percezioni fino a quando non giungiamo a credere fermamente in qualsiasi assurdità che il nostro cervello ci sta dicendo. Più costantemente evitiamo le maniglie delle porte, più iniziamo ad evitare altre cose simili alle maniglie delle porte. In poco tempo, potremmo avere paura di fare cose che quotidianamente abbiamo sempre fatto. Idea sbagliata 3: dovrei evitare situazioni che mi causano ansia. L'ansia non è il nemico e non dovremmo adottare strategie o stili di vita strutturati per ridurla al minimo. Ricordiamoci sempre che l'ansia è una risposta normale e utile a un dato insieme di circostanze. A volte la cosa migliore che possiamo fare per noi stessi è permetterci di provare ansia senza nasconderci. Idea sbagliata 4: il trattamento per l'ansia dovrebbe aiutarmi a convincermi che, quello che temo non accadrà. Le paure che tendono a tormentarci sono spesso abbastanza plausibili, per questo i nostri cervelli non possono facilmente liquidarle. Le persone hanno paura degli incidenti automobilistici. Nel mondo è pieno di assassini e pedofili . Alcune persone contraggono l' AIDS . Le case bruciano, ci sono terremoti . Gli aeroplani cadono, ci si può ammalare. . Le cose brutte accadono. Cercare di convincerti che queste cose non possono o non potranno mai accadere è impossibile. Inoltre, più ti impegni a credere che non possono o non succederanno, più spesso queste paure ti torneranno. Per stare meglio il fine è quello di rinunciare al tuo bisogno di certezza. Questo non significa che devi convincerti che il peggio accadrà. Significa semplicemente che devi rinunciare agli sforzi per prevedere o controllare il futuro e lavorare sul rendere controllabile l'ignoto. Oggi parleremo dell' incertezza e della difficoltà di alcune persone a tollerare di stare in questo stato. Nei quotidiani, ogni giorno, leggiamo notizie terribili: attentati terroristici, femminicidi, incidenti stradali, malattie. Nonostante ciò, la nostra vita continua a scorrere nella sua normalità. Guidiamo la macchina, andiamo al lavoro, torniamo a casa dalla nostra famiglia. Ma per alcune persone ciò non avviene e l'incertezza che qualcosa di brutto possa accadere da un momento all'altro è intollerabile e porta a modificare la propria vita. Vediamo come. Alcune persone vorrebbero un mondo perfettamente sicuro, per loro e per le proprie famiglie, ma purtroppo oggi è difficile che questo sogno possa avverarsi, essendo la quotidianità piena di minacce difficili da controllare. Anche se non ci pensiamo, i pericoli sono intorno a noi e le persone che hanno difficoltà a tollerare l'incertezza sono spesso attanagliate da tutta una serie di pensieri . Alcuni esempi:
Anche se questi pensieri possono essere spaventosi per tutti, la maggior parte di noi tende a non ascoltarli o ad accettare il rischio insito. Il nostro cervello spesso filtra queste possibilità attribuendogli un basso significato e ciò fa si che si perdano nel flusso dei nostri pensieri. Questo processo è generalmente automatizzato e può verificarsi in modo rapido tale da non farci rendere consapevoli di ciò che stiamo pensando. Questo non significa che se siamo inconsapevoli non potrebbe esserci la possibilità che ciò accada lo stesso. Ma come mai diventiamo attenti a questi segnali? In alcuni casi ciò può avvenire dopo un evento particolare. Per esempio.Se siamo stati recentemente coinvolti in un incidente stradale, sarà più facile percepire segnali di pericolo quando guidiamo. La memoria recente dell'incidente è fresca, ed è strettamente associata a segnali legati alla guida. Stimoli precedentemente neutrali (ad es. cambio corsie, strade interrotte) produrranno dal momento dell'incidente, ansia. La paura e l'ansia possono portare a comportamenti di evitamento o rituali per neutralizzare le potenziali minacce, accrescendo ancora di più l'incertezza stessa e producendo una possibile cronicizzazione del problema. Ogni qualvolta si mette in atto un'azione preventiva per evitare una possibile minaccia il sistema di rilevazione diventerà sempre più sensibile e pronto a coglierle, anche in assenza di reale pericolo. Nel trattamento della problematica è importante mostrare alla persona che può tollerare l'incertezza, accettando la possibilità di non essere mai totalmente al sicuro. "Solo perché non stai pensando a un pericolo potenziale non significa che non accadrà. Allo stesso modo, solo perché si sta pensando ad un possibile pericolo non significa che accadrà". L'incertezza e il dubbio possono riguardare vari ambiti di vita che possono essere diversi da persona a persona in base a ciò che è importante per l'individuo: la sicurezza della propria persona, la sicurezza delle persone che amiamo , questioni morali ecc. Solitamente questa problematica si riscontra all'interno del D. Ossessivo-Compulsivo che porta la persona a evitare ogni tipo di rischio finendo anche per abbandonare le cose che si amano . I pensieri ossessivi possono portare genitori a passare meno tempo con i propri figli perchè i pensieri suggeriscono che così saranno più al sicuro, studenti possono isolarsi e rinunciare a tante cose a causa dei loro pensieri. L'evitamento non è la risposta per la risoluzione della problematica, per cui si consiglia un percorso psicoterapeutico. Oggi parleremo di un timore ossessivo che si concentra sul dubbio di aver investito accidentalmente un pedone durante la guida o aver causato un incidente. Le persone con questa problematica cercano di risolvere il dubbio attraverso il controllo, per esempio ripercorrendo le strade più volte per essere sicuri che non ci siano incidenti. Altri rituali che spesso si osservano sono:
Rituali mentali .
Alcuni evitamenti
Ma cosa c'è dietro questo dubbio? La paura ultima solitamente è quella di aver causato un danno a qualcuno non ritenendo possibile immaginare di vivere il resto della loro vita con questa colpa. Il trattamento considerato efficace per il DOC è la terapia cogntivo-comportamentale. Immaginate di star per baciare vostro figlio e augurargli la buonanotte e improvvisamente siete scossi da un'immagine di voi che soffocate vostro figlio. Oppure provate ad immaginare voi stessi come un bambino che ha intensamente paura di giocare con nuovo cagnolino ... non per la paura dei cani, ma perchè ha un intensa paura di perdere il controllo e rompergli il collo. Questo sottotipo di disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla paura di far del male ad altre persone, spesso care, o di ucciderle, oppure far del male a se stessi immaginando di ferirsi o di uccidersi. Si può immagina di pugnalare, colpire, soffocare, avvelenare qualcuno o di compiere furti, omicidi e rapine, tutto accompagnato da immagini terrificanti di sangue e morte. A volte queste immagini sono associate con la presenza di trigger come la presenza o la vista di determinate persone (ad esempio, persone care) o popolazioni vulnerabili (ad esempio, bambini o anziani), ma si possono verificare anche vedendo degli estranei. In altri casi, possono apparentemente emergere di punto in bianco. A causa di ciò, molte persone con ossessioni violente, cominciano ad evitare le persone per paura di poter far loro del male. Oppure possono cercare di tenersi sempre attivi con la mente per evitare che questi pensieri emergano, temendo di andare a dormire e stare con questi pensieri. Vediamo insieme alcuni esempi di pensieri violenti intrusivi:
Gli individui con ossessioni violente possono temere di diventare serial killer o di far deliberatamente del male a qualcuno che amano e di desiderare ciò segretamente e inconsciamente, perciò si chiedono "se ho fatto questo pensiero e se lo continuo a fare forse significa qualcosa ?" Ciò genera molta ansia e sensi di colpa e continui tentativi di scacciare della propria mente questi pensieri, che sono indesiderati e che la persona giudica intrusivi . Chi soffre di ossessioni aggressive diventa prigioniero di un mondo dove per essere buoni è necessario liberare la mente da tutti i pensieri cattivi. Le persone con ossessioni violente infatti, tendono ad essere ipersensibili ai cattivi pensieri e spesso sono individui iper-moralistici per questo tali pensieri indesiderati sono per loro così dolorosi . Alcune valutazioni erronee che nascono dall'avere questi pensieri
Queste valutazione erronee descritte portano a vivere nella paura, nella disperazione, nell'isolamento e nella depressione per molti anni prima di comprendere che quello di cui soffre realmente è un disturbo d'ansia che può essere curato. Ricorda:
Le più accreditate linee guida internazionali per il trattamento del DOC indicano come trattamenti first-line sia la terapia cognitiva comportamentale (TCC), sia la terapia farmacologica Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi. Il contenuto è spesso bizzarro; per esempio, il dubbio di essere venuto a contatto con dei germi toccando qualcosa che è stato toccato da qualcuno che potrebbe avere una qualche malattia, oppure essere spaventati dall'idea di perdere il controllo dei propri impulsi aggressivi e fare del male a qualcuno con il dubbio che questo sia veramente accaduto o meno. Le compulsioni, dette anche rituali, sono invece dei comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, controllare se lo sportello della macchina è stato chiuso, riordinare) o delle azioni mentali (es. contare, pregare, ripetere formule superstiziose), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi. La paura di aver fatto del male a qualcuno per disattenzione Vediamo un esempio. Luca da circa un mese convive con un forte dubbio. Tutto ha inizio una sera quando, tornando a casa, ha sentito uno strano rumore, come se avesse urtato qualcosa, immediatamente viene preso da un angosciante dubbio: " E se avessi investito qualcuno?; " Come posso essere sicuro che non sia successo, al buio potrei non essermene accorto?" Cosi Luca si ferma per controllare e rassicurarsi , tutto appare tranquillo e non sembra vedere traccia di incidenti. Tornato a casa il dubbio si ripresenta e così nei giorni successivi. Ogni volta che Luca guida non si sente più tranquillo, ha continuamente paura di far del male agli altri, di tamponarli e buttarli fuori strada. Inizia a controllare scrupolosamente dagli specchietti e quando il dubbio è forte si ferma per verificare che non sia successo niente, controlla la sua carrozzeria ogni giorno e per essere più sicuro guarda attentamente i telegiornali. La qualità della vita di Luca inizia a compromettersi, inizia a prendere la macchina il meno possibile, ogni volta che incontra un ambulanza a sirene accese è preso dall'angoscia e la segue per controllare che non abbia investito qualcuno. Quando guida in compagnia si sente meno ansioso, ogni tanto chiede qualche piccola rassicurazione al passeggero che lo fa stare subito meglio." Alcuni pensieri ossessivi hanno come contenuto la paura di causare danni accidentali agli altri, per negligenza o disattenzione. Le persone con queste paure, spesso, hanno la sensazione che essendo partecipi ad una situazione (anche solo vedendola) che potrebbe essere pericolosa, sono moralmente obbligati ad agire responsabilmente al fine di evitare potenziali pericoli. Per esempio. Gianni sente il bisogno di rimuovere dai marciapiedi in cui cammina possibili ostacoli o pericoli per gli altri perché se non lo facesse si sentirebbe responsabile se qualcuno si facesse male avendola vista e non avendo fatto niente. Dietro la paura di danneggiare gli altri si cela un forte senso di responsabilità , associato ad un forte senso di colpa che porta a prendere delle precauzioni eccessive al punto di sacrificare il proprio benessere. Il fine è quello di prevenire possibili danni, a se stesso o agli altri, di cui la persona potrebbe essere ritenuta responsabile. Vediamo altre situazioni in cui si può temere di danneggiare gli altri.
Avendo questi pensieri ossessivi, la persona sente il bisogno di annullare qualsiasi rischio a costo di impegnare la maggior parte del tempo e delle energie in rituali di controllo e altre attività preventive ( richiedeste di rassicurazione, ruminazione etc.). Vediamone alcuni insieme.
Tutti rituali di controllo finalizzati a ridurre l’ansia alimentano il dubbio e compromettono significativamente la qualità della vita La Terapia Cognitivo Comportamentale è considerata una terapia molto efficace per la cura del DOC tanto da essere considerata dall' American Psychiatric Association trattamento di prima scelta. Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato generalmente dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona, che si sente così costretta a mettere in atto delle compulsioni, ovvero comportamenti ripetitivi o azioni mentali che permettono di alleviare momentaneamente il disagio provocato dalle ossessioni. In questo articolo parleremo delle ossessioni legate al timore di contaminare il proprio animale domestico e viceversa. E la paura di far del male al proprio animale accidentalmente e/o intenzionalmente. La paura di contaminare il vostro animale domestico Queste ossessioni riguardano il timore di coinvolgere il vostro animale domestico e accidentalmente contaminarlo rendendolo malato. Alcuni esempi:
Paura di essere contaminati dal vostro animale. Alcuni esempi:
La maggior parte delle persone ad un certo punto della propria vita può avere uno di questi pensieri, almeno di sfuggita. Gli individui con disturbo ossessivo compulsivo contaminazione trovano però molto più difficile respingerli e di conseguenza, essere più propensi a intraprendere azioni difensive in risposta a questi pensieri come la pulizia, la disinfezione, o evitare oggetti potenzialmente contaminati fino ad allontanare i propri animali domestici. Spesso compulsioni cominciano come risposte abituali a ragionevoli a contaminazione. Tuttavia, in poco tempo i rituali che vengono intrapresi come modalità preventiva, diventano ingestibili, irragionevoli, e controproducenti. La "soluzione" al problema diventa rapidamente molto peggio del "problema" in sé. Timore di arrecare un danno accidentale al vostro animale Queste ossessioni si concentrano sulla paura di causare danni al proprio animale per negligenza o irresponsabilità. Alcuni esempi :
Timore di far del male intenzionalmente al proprio animale Queste ossessioni fanno riferimento a pensieri intrusivi sulla propria cattiveria o il timore di arrivare ad uccidere il proprio animale domestico se si entrasse in uno stato di mente alterata. Pensieri e immagini intrusivi possono invitare a far del male al proprio animale domestico Vediamo alcuni timori:
Il pensiero magico subentra quando si percepiscono le connessioni tra due eventi ( anche se non logicamente ). Per esempio se faccio un certo rito quella cosa non accadrà. Per questo può nascere la paura che se non si esegue un certo rito, l'animale potrebbe ammalarsi. Nella scelta del trattamento psicoterapico le linee guida incoraggiano a valutare il rapporto costo-benefici della terapia, favorendo l’utilizzo dell’approccio ad orientamento cognitivo-comportamentale (CBT), focalizzato soprattutto sull’uso dell’ERP (Esposizione e Prevenzione della Risposta). (Maina et al., 2010). |
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