Dott.ssa Annalisa Scarpini- Psicologo Ancona
Alcune fobie specifiche come quella del sangue e delle siringhe possono portare, come risposta ultima, lo svenimento. Ma perché sveniamo? Per comprendere cosa accade nel nostro cervello al momento dello svenimento dobbiamo prima introdurre alcune informazioni sul sistema nervoso autonomo . Esso è formato da due componenti: - il sistema simpatico o ortosimpatico ( media le risposte di attacco o fuga dell’individuo e si attiva nel panico) -il sistema parasimpatico (che media le risposte a riposo dell’organismo) Lo svenimento, a seguito di fobie, è dovuto ad una reazione del corpo detta sincope vasovagale che si compone di due tempi. In un primo tempo si attiva la componente ortosimpatica , portando un aumento del battito cardiaco, un aumento della pressione, della respirazione, come se il corpo si preparasse ad attaccare o a fuggire. In un secondo tempo viene attivata la componente parasimpatica che ha funzioni opposte come una diminuzione della pressione arteriosa e il rallentamento del battito cardiaco e della respirazione . Il susseguirsi dei due tempi avviene molto rapidamente in questo modo abbiamo dopo una forte attivazione, un brusco rallentamento, che portando allo svenimento. L'evoluzione e le risposte dell'organismo davanti ad una minaccia Quando viene percepita una forte minaccia, vengono attivate delle modalità di sopravvivenza che prevedono una sequenza di risposte. Secondo Porges, nella sua Teoria Polivagale, l'attivazione del sistema di difesa inizia con un'immediata e automatica immobilità (freezing) comandata dal sistema ortosimpatico e accompagnata da tachicardia e iperpnea oltre che da un incremento del tono muscolare che ha il fine di preparare alla fuga (flight) o alla lotta (fight). Se ciò non fosse possibile, può subentrare la manifestazione estrema, anch'essa automatica, del sistema di difesa: una variante della sincope vagale nota come finta morte. Immaginiamo una preda davanti ad un leone
Riconoscere i segnali di attivazione e di rallentamento che possono manifestarsi alla presenza dell'oggetto fobico con sudorazione fredda, testa leggera, capogiri, nausea, blocco allo stomaco, agitazione è fondamentale per provare a bloccare la risposta. Nel momento di attivazione del corpo è possibile ricorrere alla respirazione lenta, che come già accennato in precedenti articoli, consiste nel porre attenzione al proprio respiro e rallentare i tempi di entrata e uscita dell'aria dal naso. Quando si attiva la componente parasimpatica si consiglia di tendere per esempio i muscoli delle gambe e delle braccia finché non si sente calore al viso (circa 10 secondi) dopo una pausa di 20 secondi, ripetere l'esercizio per 5 volte. Applicando questo tipo di tensione controbilanciamo la diminuzione della pressione arteriosa.
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