Dott.ssa Annalisa Scarpini- Psicologo Ancona
Spesso abbiamo parlato di metacognizione , intesa come la capacità di compiere operazioni cognitive sugli stati mentali propri e altrui, e di utilizzare queste conoscenze per la soluzione di compiti o per il padroneggiamento di stati mentali fonte di sofferenza soggettiva (Wells e Purdon 1999). La metacognizione svolge due attività, ci permette di: - Conoscere il proprio funzionamento e quello degli altri - Regolare gli stati mentali attraverso la pianificazione, il monitoraggio e i processi di controllo Secondo Carcione e Falcone, la metacognizione non è un'unica funzione, ma è costituita da diverse sotto-componenti che possono essere distinte in: - contenuti metacognitivi: idee e credenze con le quali vengono interpretati i contenuti e i processi mentali . Per esempio: “ se ho l‟ansia significa che sono una persona debole”. - funzioni metacognitive: sono abilità che permettono di conoscere tali processi mentali e di operare su di essi per risolvere compiti e per padroneggiare stati problematici fonte di sofferenza (Monitoraggio, Decentramento, Differenziazione, Integrazione ) Spesso i problemi relazionali possono essere dovuti a una scarsa abilità nel funzionamento metacognitivo che può presentarsi per esempio come: una difficoltà nel dare un nome all'emozione che si prova, distinguerla darle altre, comprendere cosa ha portato a provare quell'emozione, dare una spiegazione ai propri comportamenti, differenziare i propri pensieri e vederli in modo flessibile e non come una realtà di fatto, comprendere come ogni persona ha diversi contenuti di pensiero e che pensa in modo diverso e valuta le cose in modo diverso, non è possibile attribuire all'altro i propri pensieri ma per mettersi al posto dell'altro è necessario indossare gli occhiali con cui l'altro legge il mondo. Tra le funzoni metacognitive alcuni autori inseriscono la Mastery o Padroneggiamento: si riferisce alla capacità di assumere un atteggiamento attivo verso la soluzione dei problemi. Una buona mastery consente di fronteggiare situazioni complesse e regolare gli stati problematici interni. Esistono tre tipi di strategie: - Strategie di 1 livello: sono le più semplici e più comportamentali e richiedono un basso impegno riflessivo da parte dell‟individuo (basso uso delle funzioni metacognitive). Fanno parte di questo gruppo quelle azioni che vengono compiute direttamente sull‟organismo es. utilizzo dei i farmaci, evitamento delle situazioni, il richiedere un supporto agli altri per regolare le emozioni e gli stati mentali problematici. - Strategie di 2 livello: richiedono un maggiore impegno riflessivo e sono per esempio l'imporsi o l'inibire volontariamente un comportamento , il modificare attivamente la propria attenzione e concentrazione, il pensare o il non pensare volontariamente a un problema. - Strategie di 3 livello: le strategie di terzo livello richiedono un elevato impegno riflessivo e sono per esempio: la critica razionale a una credenza relativa allo stato problematico (comprendere che quel pensiero fa parte del proprio problema e che quindi non va seguito), l'uso delle conoscenze sugli stati mentali altrui per migliorare le relazioni interpersonali, l'accettazione dei propri limiti personali. In questo livello c‟è un‟azione diretta dell‟individuo sul suo stato mentale. Possedere una buona Mastery non significa utilizzare unicamente strategie di 3 livello, ma essere flessibili per riuscire, in base al contesto, a ricorrere alle varie abilità. La terapia metacognitiva-interpersonale mira a migliorare il funzionamento metacognitivo, al fine di favorire sia il riconoscimento ed il padroneggiamento degli stati mentali problematici, sia il miglioramento delle relazioni interpersonali.
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Aprile 2020
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